Domenica, 5 Maggio 2024
 
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BAGNARA CALABRA L'Associazione "Nuovi Orizzonti" scrive all'Arcivescovo Morosini, sotto accusa alcune affermazioni social del parroco di Marinella

Logo Nuovi OrizzontiLogo Nuovi Orizzonti“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?” (Luca 6,41). Si apre con questa frase del Vangelo la lettera inviata da "Nuovi Orizzonti", associazione bagnarese coniugata al femminile, a Mons. Giuseppe Fiorini Morosini. L’associazione nella missiva punta il dito nei confronti di Don Filippo Cotroneo, parroco di Santa Maria di Portosalvo, di Marinella di Bagnara Calabra, "il quale nei giorni scorsi - ad avviso delle scriventi - si è reso protagonista di un fatto a dir poco increscioso".

Nello specifico il sacerdote, attraverso la sua pagina facebook, ha definito una sua parrocchiana¸ naturalmente senza citarla, "storta", (versione dialettale del sostantivo stolto), rea di non collaborare attivamente come le altre donne della Parrocchia. “Con questo comportamento – evidenzia l’Associazione “Nuova Orizzonti” – Don Filippo Cotroneo contravviene a quello spirito puramente cristiano, di accoglienza, perdono e consolazione, ed ha, piuttosto, innescato un meccanismo di scherno, dando il via ad una caccia all’uomo mediatica, alfine di lasciar trapelare chi potesse essere la protagonista vittima della sua superficialità”. La definizione di “storta”, per di più esternata sui social,  ha evidentemente turbato le socie dell’Associazione a cui non interessa di chi si tratti “ma in un momento storico – scrivono al Vescovo - in cui la donna è violata, maltrattata, oppressa, offesa, anziché sentirsi protetta, difesa e consolata, le parole agghiaccianti e pungenti del parroco, squarciano gli animi come un fulmine a ciel sereno”. L’associazione “Nuovi Orizzonti”, da anni presente sul territorio in difesa delle fasce più deboli, e soprattutto in difesa dei diritti delle donne, chiede a S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, di intervenire affinché venga restituita la dignità ad una donna che può essere chiunque:  una madre, una figlia o una moglie. “Tuttavia – concludono - la violenza non è solo quella fisica,  ed è angosciante pensare che una donna, si debba sentire violata nel suo essere. Non è forse una buona parrocchiana? O forse non è attenta ai diktat del parroco?” Tocca adesso al Vescovo dare una risposta, e a Don Filippo spiegare bene, se ne ha voglia, il senso delle sue parole.

CT