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Emigrazione e Immigrazione: qual è il vero problema di Bagnara?

  • Categoria: Sociale
Emigrazione-ImmigrazioneEmigrazione-ImmigrazioneNegli ultimi giorni ho sentito in modo discontinuo (per fortuna) grazie agli articoli di CostaViolaNews e qualche commento sui social sta storia dei “Scapuccini”, delle suore, degli atti vandalici, del razzismo, dell’assenza di coinvolgimento dei Porellesi e dei Bagnaresi nel progetto che “prevede” l’accoglienza di 24 minori.
In una questione complessa, come sembrerebbe questa ma non lo è, diventa più facile incominciare a scartare una serie di ipotesi e poi verificare quelle che rimangano per trovare una soluzione. Non esiste una relazione tra dare l’ospitalità a 24 minori e chiudere scuole, asili, e servizi sociali, ecc. Esiste una relazione diretta tra la rapida evoluzione della società bagnarese (e di tanti altri comuni) e l’incapacità di programmare, pianificare ed amministrare un paese che: da 11.196 abitanti nel 2001 è passato a 10.255 abitanti (2016);  con una perdita netta di 68 residenti/anno, che sarebbe stata maggiore se non ci fosse stato l’incremento di 202 stranieri residenti a Bagnara (solo 1,9% della popolazione totale).
Per dirla tutta Bagnara ha perso 1.143 Bagnaresi residenti a Bagnara.  E’ come se fosse scomparsa la popolazione di Ceramida e Solano. Quei 1.143 sono quasi tutti i nostri figli, amici, fratelli, parenti, che dopo la maggiore età e dopo un investimento delle famiglie di oltre 100 mila euro per garantire una formazione adeguata (scuole superiori, corsi, tirocini, università, dottorati, master), sono dovuti emigrare per poter “lavorare”. Si spesso solo “lavorare”, perché per “vivere bene” devono aspettare il ritorno estivo a Bagnara. E' tardi, ma mettiamo caso che le 1.000 persone riusciressero a rientrare a Bagnara. Cosa accadrebbe? 1.000 persone consumerebbero e spenderebbero a Bagnara. Carne, pesce, frutta, pane, gelati, torrone, pizza, abbigliamento, lido, birra, vino caffè, barbiere, parrucchiere, penne, matite, ristrutturazione casa, servizi, ecc. per 250 euro mese?  Che tradotti significano 250.000 €/mese. Insomma le 1.000 persone che spendono 250mila € potrebbero dare lavoro ad altre 100 persone? PENSO di SI !

Ma  è veramente troppo tardi ? Alcuni esempi possono aiutarci a dare una risposta.  Incentivi acquisto o ristrutturazione casa, incentivi regionali per l’assunzione a tempo indeterminato, Finanziamenti di imprenditoria giovanile (start-up) sono esempi forniti da alcune strutture pubbliche e private sul territorio regionale. All’UniCal ad esempio, vengono premiate delle idee progettuali come “Giramulà” un sistema in grado di orientare il turista e sensibilizzare il residente alla scoperta del territorio, della cultura e degli eventi culturali. Un progetto imprenditoriale innovativo che come molti altri tradizionali tipo il calzolaio, l’elettricista, il geologo, il venditore ambulante di pesce fritto, il cuoco, ecc. , un’Amministrazione locale potrebbe valorizzare e sviluppare fornendo ad esempio: nessuna tassa comunale nei primi 3 anni; fornitura di energia elettrica da fonti rinnovabili e servizi gratis come utilizzo di strutture comunali (edifici), fibra ottica e  si spera banda larga.Oppure come ad esempio ha fatto il sindaco di Riace che con la “scusa di accogliere” (non è una scusa è un sentimento ed un dovere) 230 rifugiati su una popolazione di 1.800 residenti, incentiva l’economia locale facendo “spendere” i 200/settimana che toccano a 1 rifugiato nelle “botteghe” (alimentari, negozi, supermercati) di Riace, attraverso l’utilizzo della moneta di Riace. Evitando così quella strana economia che si muove dietro i centri di accoglienza per migranti. Insomma non è mai troppo tardi!
 
da Rocco Dominici (Officine Bagnara) riceviamo e pubblichiamo