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VILLA SAN GIOVANNI Polmone di stoccaggio: IDV spinge per mandare in appalto il progetto esecutivo, e realizzare l'opera

  • Categoria: Politica

1 Conf Stampa - IDV1 Conf Stampa - IDV«Noi non vogliamo fare polemica oggi, noi vogliamo cercare speditamente di riuscire a ottenere la proroga per mandare in appalto il progetto esecutivo, la realizzazione dell’opera». Ha inizio con queste poche parole la conferenza stampa tenuta dal senatore Molinari (IdV) e Antonio Morabito, alla presenza di Oreste Arconte e l’Avv. Angela Marcianò, esponente della segreteria nazionale del PD; presenti in sala anche i consiglieri Domenico Aragona (Impegno in comune) e Lina Vilardi (Villa Riparte).

«Ricordo le 4 interrogazioni parlamentari fatte sullo stesso argomento, alle quali non abbiamo avuto mai risposta e che siamo riusciti a risolvere da soli» ha aggiunto subito Morabito, rammentando anche i tanti tentativi fatti dall’opposizione per entrare in possesso dei documenti relativi al progetto del polmone di stoccaggio, tentativi che non erano mai riusciti a trovare risposta. Adesso i documenti sono stati ritrovati, ma il rischio è che sia troppo tardi, perché il termine ultimo per la conclusione dei lavori è stato fissato, com’è ormai noto, al 31 dicembre. «Questo è il modo in cui intendevamo fare opposizione», dice Molinari, «noi abbiamo un’idea, un progetto per Villa San Giovanni: farla uscire da dove è stata relegata con la politica di questi tempi. È importante che questi soldi la città non li perda, è importante che non li perda la Calabria. Il futuro di questa città è una responsabilità che deve appartenere a tutti, all’opposizione come alla maggioranza. Il nostro lavoro ha avuto lo scopo di aiutare Villa San Giovanni a uscire dallo stato comatoso in cui si trova. Quello che è importante, adesso, è confrontarsi, trovare un punto d’incontro, è far sì che il lavoro continui».

1 Conf Stampa IDV - 11 Conf Stampa IDV - 1Morabito parla del lungo iter del polmone di stoccaggio, di un percorso che lo vede nascere come primo progetto negli ultimi anni ’80, venir modificato passando a un’opera più vasta e complessa nel 2011, dopo il nulla osta della Protezione Civile, quindi arrivare in Prefettura il 5 marzo 2012, dove resta inutilizzato fino a metà dell’anno successivo, quando passa al Comune e lì, fino a oggi, resta fermo. Ultimamente, come riferito in conferenza stampa dal Commissario Saladino, qualcosa si era mosso con la delibera per la transazione con il curatore fallimentare della ditta Torri. «Siamo andati oltre» fa sapere Morabito, riferendosi al solo progetto del polmone/area di sosta,  «abbiamo fatto uno studio di pre-fattibilità con l’ausilio dei tecnici dell’Università Mediterranea per un’area di city-porto per la quale, come abbiamo appreso venerdì, a giorni verrà aperta una gara per la partecipazione delle città. Sarà un’area dove le merci dei tir verranno smembrate, caricate su mezzi di basso impatto ambientale e distribuite in questo modo in città. Il comune non deve far altro che prendere atto di questo studio. Chiedo a chi ne ha la responsabilità, alla stampa, ai consiglieri, al senatore Molinari, a Oreste Arconte, ad Angela Marcianò, di portare questi temi a un tavolo più importante che è il tavolo del governo».

Interviene a questo punto l’Avv. Marcianò con alcune domande, che riflettono la paradossale situazione di un’opera che risulta incompiuta, pur essendo, come la stessa Marcianò sostiene, in stato così avanzato. «Ora abbiamo il compito» afferma Molinari, «di far uscire da questa ambiguità la maggioranza e la città stessa, vogliamo riportare la politica sui binari giusti. I cittadini devono sapere che un’idea diversa di comunità c’è». È compito del Commissario Saladino, dichiarano unitamente Marcianò e Arconte, interfacciarsi, far sì che si prenda atto del progetto, chiedere una proroga del finanziamento, perché, affermano, c’è la volontà da parte della cittadinanza. «Volontà dei cittadini, ma non della maggioranza» sostiene Lina Vilardi, «non mi pare che ci sia, non abbiamo trovato nessun interesse, questo lo abbiamo saggiato. Oggi le domande sono ancora tante, dopo questa riesumazione del progetto: come lo hanno rinvenuto? E che intenzioni ha, adesso, il Commissario? «Lo scopo principale» riprende Arconte in chiusura, «non è più stabilire le responsabilità o le colpe, ma far uscire questa storia, questa situazione, dalle stanze del municipio, renderla pubblica». Sarà il senatore Molinari, intanto, a fare un’interrogazione all’Ufficio Sindacato Ispettivo del Ministro Del Rio. Dal Commissario Saladino, invece, si attende una richiesta di proroga, un documento e un messaggio importante, per far sì che i soldi del finanziamento non vadano persi.

Serena Bergamin