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I grandi miti del jazz: Chet Baker

Chet BakerChet BakerUno dei personaggi più geniali e influenti del jazz del XX secolo è senza ombra di dubbio il trombettista e cantante Chet Baker. Chesney Henry “Chet” Baker jr. nasce a Yale (Oklahoma) il 23/12/1929. Era figlio del chitarrista Chesney Henry Baker sr. Nel 1940 la famiglia si trasferisce a Glendale in California. In quel periodo si avvicina alla musica cantando in competizioni amatoriali e nel coro della chiesa. Durante la sua

adolescenza il padre gli regalò un trombone, chevenne però sostituito dalla tromba. La sua prima formazione musicale avviene presso la Glendale Junior High School. Nel 1946 lascia la scuola e si arruola nell’esercito. Suona in varie bande tra Europa e Stati Uniti e in vari jazz club. Viene in seguito congedato, in quanto ritenuto inadatto alla vita militare, e comincia a dedicarsi alla musica a tempo pieno.

I suoi esordi avvengono in California a fianco di sassofonisti come Vido Musso e Stan Getz. Ma il vero successo inizia nel 1951 quando viene scelto come trombettista per la band del grande Charlie Parker con il quale sosterrà molti concerti per tutta la West Coast. Sempre in quel periodo inizia a suonare nel quartetto di Gerry Mulligan, composto da sax baritono, tromba, contrabbasso e batteria, senza pianoforte, fino a ottenere il primo contratto per l’allora neonata etichetta Pacific JazzRecords. Chet comincia a distinguersi per le sue capacità fuori dal comune. Il suo stile, lirico e intimista, è caratterizzato da sonorità sottili prive di vibrato oltre che da un fraseggio elegante. Appunto per questo il trombettista di Yale viene considerato uno dei principali esponenti del cosiddetto “cool jazz”. Nel 1954 vince il premio come migliore strumentista nel sondaggio della rivista jazz Down Beat, riuscendo a battere artisti come Miles Davis, DizzyGillespie e Clifford Brown.

Tra i dischi più importanti incisi in quel periodo meritano di essere menzionati: Chet Baker and Strings(1953), Chet Baker sings(1953), Chet Baker Big Band (1954), My Funny Valentine (1954), Chet Baker meets Stan Getz(1958), ItCouldHappen To You(1958), Chet Baker in Milan (1959). Quest’ultimo lavoro vanta il prezioso contributo di grandi jazz-men italiani come Renato Sellani (piano) e  Franco Cerri (chitarra). L’Italia è uno dei luoghi preferiti dal musicista di Yale per le sue tournèe tant’è vero che collaborerà anche con Gianni Basso, Fausto Papetti e Piero Umiliani. Con quest’ultimo compone i brani più noti del film L’audace colpo dei soliti ignoti. Grazie al trombettista statunitense in quel periodo esordisce l’allora giovanissimo cantautore Lucio Dalla. Durante gli anni ’60, nelle sue esibizioni, adopera anche il flicorno. Tuttavia, la carriera di Baker è caratterizzata anche dalla sua dipendenza alle droghe, che influiranno sul suo declino artistico portandolo anche ad avere problemi con la giustizia (viene espulso da Germania Ovest e Inghilterra e finisce in carcere a Lucca). Dopo un periodo buio, dovuto a problemi di salute, Chet si trasferisce a New York e collabora con musicisti jazz rinomati come Jim Hall (con cui nel 1975 incide l’ottimo album Concierto) e con l’artista inglese Elvis Costello incide il brano Shipbuilding regalandoci un toccante assolo di tromba. Nel frattempo torna in Europa e precisamente in Olanda e in Italia, dove grazie a lui esordisce il noto flautista jazz Nicola Stilo. Degna di nota, in quel periodo, è anche la sua collaborazione con il cantautore napoletano Nino Buonocore nel suo album migliore Una città tra le mani (1988). Quest’ultimo lo chiama con sè per il tour promozionale del disco.

Il 13 Maggio del 1988, Chet muore, cadendo da una finestra del PrinsHendrik Hotel di Amsterdam per motivi non ancora del tutto chiariti. Si pensa a una caduta dovuta all’uso di droghe. Viene sepolto nel cimitero di Inglewood in California. Molti i riconoscimenti post mortem tra cui l’inserimento nella Jazz Hall of Fame (1989) in seguito a un sondaggio della rivista Down Beat e nella Oklahoma Jazz Hall of Fame (1991). Nel 2005 l’allora Governatore dell’Oklahoma e la Camera dei Rappresentanti hanno proclamato il 2 Luglio il “Chet Baker Day”. Da ricordare anche la sua parentesi di attore in film italiani come Urlatori alla sbarra (1959) di Lucio Fulci, Tromba Fredda (1963) di Enzo Nasso eNudi per vivere (1964) di Elio Montesi. A queste pellicole Baker ha anche contribuito alle musiche. La sua vita viene narrata nel film documentario Let’sGet Lost – Perdiamoci (1988) diretto da Bruce Weber.

Resta importante la sua influenza nel jazz contemporaneo e ancora oggi il suo mito continua a vivere in quanto modello di riferimento delle nuove generazioni jazz. La  sua voce, vellutata, intimista e ricca di pathos, ancora oggi riesce ad emozionare oltre che a resistere alla prova del tempo.

Francesco Favano