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Serge Collet nel ricordo di Franco Porcaro, Presidente del Club Unesco di Scilla

Serge ColletSerge Collet“La nostra cittadina perde un grande uomo. Ho avuto la fortuna di incontrarlo quando arrivò a Scilla e mi chiese delle indicazione per raggiungere l’Ostello della Gioventù. Da quel momento iniziò la nostra grande amicizia, e la collaborazione, in quanto traducevo  per lui i dialoghi che aveva con i pescatori  del posto. Lo spirito di un popolo è percepito e inteso, fatto suo e spiegato da chi figlio di questo popolo non è. Serge in questo è stato un esempio”.

Ricorda così Franco Porcaro, Presidente del Club Unesco di Scilla, l’amico e studioso, Serge Collet, morto a creta nei mesi scorsi. Collet, etnologoe archeologo, arrivò a Scilla negli anni 70, per conto dell’Istituto di Etnologia dell’università di Amburgo, in quanto responsabile di un programma di ricerca europeo. Una figura poliedrica che ha saputo, attraverso lo studio, delle tradizioni e dei riti che i pescatori custodiscono gelosamente, fare emergere il rapporto particolare ed unico tra l’uomo e il mare.

Il contesto culturale nel quale prendono avvio i suoi primi studi e le indagini sociali hanno a che fare con l'Unesco, che finanzia un progetto di ricerca, con il laboratorio Tecniche e culture del Centro nazionale ricerche francese, con la Maison des sciences de l'homme fondata nel 1963 da Fernand Braudele dove incontra lo storico Maurice Aymard. Queste ricerche lo hanno portato per decenni a studiare e confrontare i pescatori di pescespada di Scilla e Bagnara con quelli di Messina, il sistema delle tonnare di Trapani, oltre a svariati angoli delle coste mediterranee alla ricerca di altri insediamenti alieutici. 

Nei prossimi giorni il Club Unesco di Scilla annuncerà alcune iniziative per ricordare Serge Collet, proprio in quei luoghi che lo studioso aveva amato fin da subito, e che attraverso i suoi scritti e le sue ricerche voleva tutelare e preservare.

Red