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PALMI Natale Pace su tragedia migranti: come tacitare la mia coscienza?

  • Categoria: Sociale
Natale PaceNatale PaceLettera di Natale Pace, che scrive al sindaco, all’assessore ai servizi sociali, al presidente del consiglio comunale, ai consiglieri comunali, a s.e. il Vescovo della diocesi Oppido-Palmi, alle Associazioni di Volontariato e no profit palmesi, sul peoblema dei migranti: "Come tacitare la mia coscienza"?

Questa lettera aperta perché dopo mesi e mesi non riesco più a sostenere il peso della mia coscienza, anche in forza del impegno politico che mi obbliga, per la mia parte, ad assumere iniziative pubbliche tese in qualche modo ad affrontare e lenire questa tragedia ormai epocale.

Vedo ogni giorno come voi immagini di un esodo che non si riesce più a trovare eguali nella storia dell’umanità. Vedo volti di bambini smarriti, incapaci di capire in che razza di mondo vivono, persi nella sofferenza che li ha staccati dai genitori, sacrificatisi al distacco nella speranza di un mondo migliore, di un avvenire per loro che non avrebbero né un mondo, né un avvenire. Distaccati a forza dalle loro braccia perché non bastano i soldi per il viaggio di tutti; affidati a parenti, quando va bene, o nelle mani di aguzzini per i quali costituiranno solo un peso di cui sbarazzarsi; Vedo volti di anziani che hanno sopportato fame, sete e bastonate per quella stessa speranza, privandosi dei soldi che a fatica sono riusciti a mettere insieme; Vedo carrette di deportati, uomini e donne scalzi, affamati, assetati, senza nepure il diritto di chiedere un bicchiere d’acqua;

Vedo uomini bastonati, donne violentate, tutto pur di approdare nella mitica, civile, progredita, Europa, dove realizzare sempre quella speranza: UN MONDO MIGLIORE PER SE’ E PER I FAMILIARI.

E vedo casse da morto allineate sulle banchine dei porti, nelle nostre palestre, morti oggi dentro un camion, o assiderati, di soffocamento nelle anguste stive delle carrette.

Poi vedo la gente di questa nostra mitica, civile, progredita Europa, cambiare canale per non vedere, girare lo sguardo per non vedere, e le nostre tavole piene di cibo e acqua da buttare ai cani e gatti, da conferire in differenziata, quando sarebbero preziosità per quei bambini dagli occhi tristi, per quegli anziani, uomini e donne sofferenti che per mancanza di un bicchiere d’acqua muoiono.

Vedo la nostra civile Europa, i nostri governi alzare chilometri di muri, chilometri di filo spinato, disperdere con i gas gli assembramenti come se si trattasse di una invasione barbarica devastante come le cavallette e non di uomini e donne come noi.

E leggo ancora di governanti e politici che propongono di ributtare in mare questi fratelli, di cannoneggiarli, creandosi l’alibi che anche nei nostri Paesi c’è gente che patisce la mancanza di alloggi, di cure, di lavoro, tacitandosi, pensando di tacitare così la propria coscienza.

Dunque la storia dei popoli non ha insegnato nulla?

Dunque l’orrore per le deportazioni, per gli esodi biblici, per le torture inflitti nei secoli ai più deboli… tutto scordato?

In questi mesi non ho trovato un minimo di giustificazione per tacitare la mia coscienza. Anch’io getto il cibo agli animali, anch’io spreco l’acqua, anch’io pur avendo spesso pianto per questa tragedia, nonostante il ruolo politico che ricopro non ho mosso un dito per dare un sia pur piccolo contributo. La mia coscienza rimorde, mi sento colpevole, mi autodenuncio di genocidio, di torture, di ferimenti, aggravati dall’enorme numero di uomini uccisi, torturati, feriti, assetati, affamati.

Allora, sig. Sindaco e Assessore ai Servizi Sociali, sollecito la costituzione della Consulta degli Immigrati già tre anni or sono deliberata. Che siano anche loro, i più fortunati pur nella miseria delle attuali condizioni di vita, a farsi da collegamento con questi disgraziati e si dia alla Consulta potere decisionale e organizzativo per l’accoglienza.

Propongo inoltre di costituire un gruppo di lavoro, in collaborazione con la Charitas eil resto del Vontariato, sotto l’alta egida della Chiesa e per essa della Diocesi, Si assuma esso il compito di una ricognizione sulle strutture abitative, invitando chiunque abbia unalloggio, una stanza, una stalla, un garage, ad ospitare nuclei familiari sotto il controllo delle forze dell’ordine. Basterebbe buttar loro gli ossi invece che ai cani, ma i palmesi quando vogliono sanno esprimere generosità, altruismi e solidarietà. Lo hanno dimostrato altre volte nella loro storia. Comincio io: ho una mansardina attrezzata, la rendo disponibile e mi rendo disponibile con la mia famiglia ad ospitarli pèer il tempo che ci vorrà. Mio padre diceva sempre che dove mangiano tre, mangiano quattro. E’ vero, basta solo vincere quel senso di rigetto dell’altro, del diverso.

Non è compito mio/nostro perseguitare e arrestare gli scafisti, non è compito nostro decidere le grandi scelte nazionali ed europee, ma non trinceriamoci dietro questo per non agire. Più crescono i morti, i torturati, gli sconfitti e maggiormente domani la storia ci condannerà, alla stregua dei nazisti, dei persecutori degli ebrei.

Non ci sarà nascondiglio dove celare la nostra coscienza porca, il nostro sentirci colpevoli come e più degli scafisti.

Natale Pace