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BAGNARA CALABRA Lettera aperta al Maestro Panuccio

Lettera ApertaLettera ApertaGentile Maestro, ho letto con interesse la Sua esternazione verso la cittadinanza, ma anche verso gli “amministratori a tutti i livelli”, circa il disinteresse del serio problema riguardante la situazione di stallo in cui oramai è confinato il gruppo bandistico da Lei diretto; ho compreso lo sdegno e l’amarezza contenuti e chiaramente espressi nel Suo virgolettato su Costa viola news del 3 marzo scorso. Condivido appieno le motivazioni che Lei adduce in merito alla sospensione (definitiva?) delle vostre esibizioni. Me ne dispiace, ma non ne sono affatto sorpreso. Anche se non vivo più a Bagnara, io vi ritorno sempre ogni anno, e tramite i miei amici di vecchia data, nonché tramite gli articoli pubblicati su Costa Viola News, mi tengo puntualmente informato sulle dinamiche socio-culturali del nostro paese.
Non sono un musicista, come Lei, ma un fisico. Ciò non toglie che sia un appassionato di Musica: dalla bandistica, alla musica classica e operistica, nonché un cultore di musica jazz e, giusto per passione, un bassista jazz.
Conosco la storia musicale riguardante Bagnara; so della nobile tradizione bagnarese: la Banda Rossa (di cui faceva parte mio nonno Pasquale Patanè: 1° bombardino), la Banda Bianca, i grandi maestri Alati (il padre Francesco ed il figlio Vincenzo), nonché vari strumentisti, oramai scomparsi, di grande talento musicale: Sofio, Saffioti, Valente, Cosentino, Bonfiglio, ecc.
Cosa vuole, oramai da diversi decenni si è sedimentata negli animi della gran parte dei cittadini un’ apatia, divenuta cronica; il disinteresse verso tutto ciò che di valido fu realizzato dai nostri padri, e che ebbe un ruolo sociale e culturale di spinta, ma che a cominciare dagli anni ’60 non fu sostenuto pienamente dalle nuove generazioni. A quell’epoca eravamo un numeroso gruppo di universitari (parecchi di loro oramai non ci sono più) che sentimmo il bisogno di fare qualcosa di concreto per la cittadinanza; qualcosa di nuovo che potesse aiutare la gente a svolgere la propria azione sociale con una fondata conoscenza di fatti ed eventi, con una nuova e rinnovata coscienza. Non avevamo creato un gruppo politico, ma un Centro culturale universitario. Eravamo, ricordo, entusiasti e fortemente motivati a “svegliare” le coscienze dormienti, porgendo un nuovo sapere, suggerendo nuovi orizzonti, trasmettendo conoscenza ed informazione. Erano gli anni, quelli, in cui il generale Iracà stava (addirittura!) pensando di istituire una Biblioteca cittadina; e noi universitari partecipammo con slancio ad aiutarlo a realizzare quella sua brillante ed inusitata idea. Era una “cosa” assolutamente nuova per Bagnara. Quante energie e quanta passione spendemmo per quel progetto!
Ricordo il mio intervento nella prima riunione per la fondazione del Circolo culturale universitario che era incentrato su un’analisi degli elementi caratterizzanti la nostra popolazione: un’endemica apatia verso tutto e verso tutti, diffusa largamente in modo trasversale ; un atteggiamento di derisione e di dileggio verso chi proponesse idee nuove. E’ superfluo dire come sia finita questa esperienza… E, oggi, caro Maestro, non ritroviamo, forse, un tale atteggiamento? E vi sono ancora persone capaci di realizzare un rinnovamento sociale? Io penso di sì. Persone che sarebbero in grado di fare “cose” utili e smuovere le coscienze ve ne sono certamente, ma generalmente stanno al di fuori della mischia, al di fuori della baraonda, lontani dalla ristrettezza di idee e dalla superficialità.
Nonostante le innumerevoli manifestazioni festaiole che richiamano centinaia di persone, nonostante l’apparente concorso di gente a eventi cittadini, la partecipazione al dibattito, alla discussione, la passione e l’interesse a collaborare e l’impegno a “fare” sono, a mio avviso, spariti presso gli animi e nelle menti di molti. Ma non vede quante energie vengono diffuse a piene mani per assicurare ogni anno manifestazioni varie, che si esauriscono in gioviali passatempi; stornando risorse che si potrebbero impiegare per fini culturalmente e socialmente più significativi?
Come, ad esempio, quello di ripristinare i vecchi corsi musicali istituiti nei decenni passati dall’Amministrazione comunale e non più funzionanti, oppure creare un progetto promozionale a sostegno della Banda cittadina.
Ed i componenti che sono a capo delle diverse congreghe avrebbero potuto, e lo potrebbero ancora se avessero memoria storica della tradizione bandistica bagnarese, manifestare interesse per la vostra situazione di stallo e sostenervi, riconoscendo che “salvare” la Banda di Bagnara è doveroso.
Tornando al discorso principale, egregio Maestro, non mi meraviglia affatto che la maggior parte della gente consideri “la cultura e l'arte cose di poco conto”.
Alla luce di .quanto esposto, è un atteggiamento ed una mentalità di assoluta “normalità”, purtroppo anche a livello nazionale.
Come vede, non è cambiato molto dagli anni ’60; la situazione generale persiste, e si è allargato maggiormente quello “stato di degrado culturale diffuso” di cui Lei parla! Lo so che è uno sconforto e che è oltremodo difficile realizzare progetti di più largo respiro: le battaglie culturali sono difficili da vincere. Non basta l’appello di un singolo cittadino, come ha fatto Lei, e mi pare di poca utilità pensare o attendere che vi sia “qualcuno” che abbia “il compito di guidare il paese”. Ci vuole una rinascita collettiva, una rivoluzione culturale della coscienza collettiva, ad opera di quei pochi o molti cittadini che saprebbero trasmettere idealità e valori etici e culturali che durano nel tempo; ma che, da decenni, oramai tacciono. Ed io comprendo il loro disagio ed il loro allontanamento dalla vita sociale attiva di Bagnara. Da un po’ di tempo è invalso l’uso dello slogan “largo ai giovani”. Ma perché, l’età anagrafica contiene forse in sé la capacità di sapere fare bene? E’ possibile, ma non è una garanzia.
Per operare bene è necessario porgere conoscenza di fatti ed eventi; è richiesto un impegno, che nasce dall’amore e dalla passione di ciò che è socialmente utile; è necessario che si formi un gruppo di persone che smuova e risvegli gli interessi civici, indipendentemente dall’età. Non sono d’accordo con Lei, Maestro Panuccio, quando in buona fede si augura una “riscoperta di quei veri valori che sono alla base della crescita socio-culturale”. E non lo sono poiché penso che i “valori” non si scoprano, ma vengano indicati, promossi, inculcati con continuità ed impegno personale da chi li possiede già. Noi, di una certa età, li abbiamo ricevuti, chi nei Licei chi in casa, ma, e ritorno al concetto precedente, non potevamo “scoprirli”, così per caso. E’ una questione, come vede, abbastanza seria e complessa. Ed in una società come quella bagnarese, dove oramai ognuno fa stato a sé, dove, nonostante l’apparente partecipazione di massa alle abbuffate di piazza o ai revival pseudo-culturali, fondamentalmente ognuno continua a restare nel suo proprio guscio, senza scambi con altri consimili, quali aspirazioni sarebbe possibile inseguire da parte del cittadino che vorrebbe una società più matura e più responsabile?
Se Lei è una persona combattiva, non deve mollare! Certamente, a mio parere, dovrebbe cambiare strategia e promuovere nuove iniziative; interessare persone che Lei stima capaci e adatte al compito, al fine di potere istituire un gruppo di lavoro che possa “inventarsi” metodi e modi per reperire almeno un qualche benevolo sostegno e dare a Lei ed alla Sua Banda la possibilità di andare avanti. Affigga dei manifesti per fare conoscere la vostra situazione e le vostre intenzioni; usi i social network o qualsiasi altro mezzo utile, ma combatta perché la Sua passione per la Musica possa restare viva e mantenuta in costante legame col glorioso passato delle nostre antiche Bande. Un cordiale augurio per il suo prosieguo.
 
Distinti saluti. Pasquale Stillitano