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BAGNARA Maria Pia Fotia (PD) "la salute pubblica è qualcosa di prezioso, che i gestori del Comune non hanno mai preso sul serio"

  • Categoria: Politica

Maria Pia FotiaMaria Pia Fotia“L’abbattimento del tracciato dismesso dell’A3 è sicuro e non porterà alcun disastro ambientale”, parola di Pietro Ciucci, così recita un articolo della Gazzetta del Sud, pubblicato il 25/04/2014 e poi di seguito “Si darà corso- dice ancora Ciucci- agli interventi di recupero ambientale e ricomposizione morfologica e paesaggistica dei tratti dismessi”. Di contro risponde il Ministero dell’Ambiente, il quale ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’ANAS - così asserisce CostaViolaNews.it avendo riscontrato, che la società presieduta da Ciucci ha violato quanto stabilito dal Ministero con il decreto di Valutazione dell’Impatto ambientale n. 7014/ 2002.

In particolare, “è stato dato avvio a opere di sostanziale trasformazione e distruzione della naturalità dei corsi d’acqua, configurando una situazione fortemente impattante ai danni degli ambienti torrentizi e ripariali. Inoltre sono state realizzate massicce opere di inalveazione con gabbioni che hanno conseguente distruzione della vegetazione ripariale, di fatto determinando una situazione di perdita di qualità ambientale e degrado con significative variazioni dell’impatto ambientale”. Nonostante la richiesta su segnalazione della Commissione Tecnica per la Valutazione dell’impatto Ambientale VIA/VAS e la diffida il Ministero ha diffidato l’ANAS a depositare immediatamente il Progetto esecutivo della demolizione del vecchio tratto autostradale A3ad oggi dopo 12 anni non ancora pervenuto.

Le conseguenze descritte non hanno tardato a verificarsi con scenari caratterizzati da una violenta forza distruttrice dell’ambiente naturale tradotta in disastro ambientale e precarietà della salute e rischio dell’incolumità della popolazione, che abita al di sotto del macrolotto cinque, vale a dire il tratto Scilla- Bagnara Calabra (viadotto dismesso A3). A nulla è servito il convegno informativo del giugno scorso, organizzato dalla Facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea e durante il quale ha reso pubblico il proprio progetto di riqualificazione del tratto “RE-CYCLE ITALY”, aderente al PRIN. Il gruppo di ricerca ha tentato di bloccare i lavori di demolizione, che stanno compromettendo il paesaggio della costa viola (con la distruzione di importanti testimonianze di architettura moderna come il viadotto Costa Viola dell’ingegnere Morandi e quello Gaziano attribuito a Nervi). Anche il mio intervento politico teso a stimolare un incontro tra il Ministero e l’università ad oggi non ha avuto esito, malgrado l’incontro del sottosegretario alle infrastrutture De Caro e il Professore Vincenzo Gioffrè coordinatore del gruppo di ricerca di riqualificazione. Le piogge di venerdì e sabato scorso hanno portato il crollo di un costone già debole prima dell’esplosione di due settimane fa. Il comune di Bagnara Calabra ha dato all’Anas l’assenso a far esplodere un versante collinare poco stabile per natura soggetto a frane, per giunta non si è neanche preoccupato di farlo sistemare e ripulire e l’epilogo dei giorni scorsi e’ stato disastroso, acqua corrente dai rubinetti casalinghi color cioccolato, che ha costretto il comune a sospendere l’erogazione dell’acqua già inquinata da questi lavori, ma forse anche da un territorio poco bonificato. Molte cose sono taciute o dette a mezzo di verità poco chiare.

La campionatura delle acque fatta dai due principali enti Sorical e Arpacal è contraddittoria e chiederei a entrambe com’è possibile che un inquinamento alle sorgenti sia stato risolto in un breve arco di tempo tra l’11 e il 16 marzo. I miei dubbi hanno trovato conferma nella consulenza di esperti appartenenti all’ordine dei chimici della Calabria. Sicuramente mettere del disinfettante può tamponare la situazione, ma non risolverla. Chiedo non con l’arroganza ascrittaci come partito di opposizione, ma come cittadino prima di tutto di rendere edotta la cittadinanza sull’inquinamento acquifero e sulla sua reale natura, inoltre chiedo anche chiarimenti all’ANAS come ho già fatto scrivendo e all’Arpacal sulla natura tossica del materiale di risulta derivante dall’esplosione e depositato sul terreno sotto l’autostrada. La salute pubblica è qualcosa di prezioso, che i gestori del comune di Bagnara non hanno mai preso sul serio, infatti prima dell’inizio della dismissione della A3 il comune avrebbe dovuto fare monitorare da esperti il territorio e non acconsentire, visti anche i molteplici avvertimenti fatti sia dalle parti politiche, ambientali e universitarie. Sono stati spesi trenta milioni di euro per deturpare un ambiente bello e fragile e per distruggere un’opera realizzata con il massimo rispetto della natura invece di riciclarla e creare lavoro e migliorare l’aspetto ambientale com’e’ avvenuto a Roma e a New York di opere non più utilizzate, ma se proprio si doveva, perché far saltare tutto in aria e così non poter riutilizzare piu’i materiali?  

Riceviamo e pubblichiamo da Maria Pia Fotia (Coordinamento cittadino del Partito Democratico)