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PALMI I ricordi d’infanzia del prof. Enzo Ciappina

Enzo Ciappina - LibroEnzo Ciappina - LibroDurante un incontro di cortesia avvenuto nello studio-laboratorio del Prof. Enzo Ciappina a Palmi, il sindaco della città Giovanni Barone ed il Presidente del Consiglio comunale Gaetano Muscari, hanno avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza con l’illustre palmese che ha mostrato loro alcune delle sue “invenzioni” realizzate nel tempo nonchè una delle sue ultime produzioni letterarie il libro “Ricordi d’infanzia” per i tipi della Arduino Sacco Editore.

Accomodati su un balcone che guardava al meraviglioso mare da cui spuntavano le Isole Eolie in tutta la loro naturale bellezza, tra lo Stretto di Messina ed il profilo della costiera di Nicotera, in una splendida e luminosa giornata, l’artista ha voluto spiegare come è nato questo ultimo suo scritto che recupera fatti ed avvenimenti della sua infanzia ed in parte della storia del padre. Quello però che più affascina della pubblicazione, per come notato dal sindaco, è che indipendentemente dalla importanza di recuperare alla memoria accadimenti che sono parte integrante di una storia familiare, dalle righe si sprigionano odori e possono quasi essere  gustati sapori che appartengono ad un passato che altrimenti verrà presto dimenticato. Simili considerazioni nel commento del Presidente Muscari che sottolinea come “ la storia di singoli fa parte della storia della Città ed assieme agli umori ed alle sensazioni che sono appartenute all’intimità degli stessi non si può non considerali come appartenenti alla storia della nostra comunità”.
Infatti, dai racconti dell’autore vengono fuori quadri descrittivi della nostra terra sconosciuti alle giovani generazioni e che regalano momenti di fascino ed amarcord a chi ha vissuto quei periodi: la guerra, i bombardamenti, lo sfollamento in campagna, la ricostruzione. Un periodo di grandi difficoltà ma anche di grande sensibilità e generosità quando tutti riuscivano a mettere a disposizione degli altri anche il poco che c’era. Una storia non celebrativa ma molto accalorata dove le descrizioni di luoghi non più riconoscibili e di famiglie ormai perse nell’oblio del tempo servono a ricostruire immagini e sensazioni: le prime rappresentazioni teatrali, i primi film con la partecipazione attiva del pubblico, gli odori del mercato, il sudore dei lavoratori dei primi anni ‘50, attività’ artigianali non più esistenti (il carrettiere, il fabbro, il sellaio, l’intagliatore) ma che hanno caratterizzato un periodo importante della nostra comunità e della nostra Nazione. Interessantissimi alcuni capitoli dedicati ai vicini di casa, ai giuochi semplici ed ingegnosi alcuni dei quali ormai perduti dei ragazzi per strada: “u palorgiu”, “a singa”, “a pianeta”, “a fioda”, “schicciapaddhru”, “a landa cu cabburru”, “u surici”, i ritratti di alcuni venditori ambulanti come “il giapponese”, “belli fiure”, “lo smilzo con la valigia di cartone”, “Michele”, il “Venditore di ‘mbriachi”, “u Maddhrusu”, “u Mariolettu”, un complesso di motivi per i quali risulta piacevole ed opportuna la lettura per chi c’era e per chi vuole sapere.
 
Giuseppe Parrello