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Il Geologo Francesco Paolo: "Il gigante d’ Europa non dorme mai"

Il Geologo PaoloIl Geologo PaoloGli effetti della pioggia di cenere sono, dalla mattinata di oggi, sotto gli occhi di tutti. Le strade ricoperte da prodotto piroclastico hanno creato alcuni disagi e tanti inconvenienti. La notte scorsa, il vulcano attivo più grande d’Europa è tornato a dare spettacolo.

In questi primi giorni di freddo, un breve ma intenso parossismo ha colorato lo stretto di Messina con altissime (diverse centinaia di metri) e sostenute fontane di lava provenienti precisamente da uno dei 4 crateri sommitali denominato “Voragine” o “Centrale” per la sua collocazione. A tal proposito, abbiamo intervistato il Dottore Geologo Francesco Paolo, il quale ci ha spiegato scientificamente cosa è successo in queste ultime ore.

Quali sono state le caratteristiche dell'ultima eruzione dell'Etna? L’attività eruttiva dell’Etna è da sempre caratterizzata da emissioni di gas e abbondante materiale piroclastico, quali brandelli di magma incandescente, bombe e blocchi, lapilli, cenere; quest’ultima, è stata sospinta lateralmente dai venti dominanti di libeccio, causando ricadute su tutta l’area dello Stretto e su grossi centri abitati come Milazzo, Messina e Reggio Calabria.

Cosa è successo precisamente questa notte? Alle prime luci del mattino l’ eruzione era sostanzialmente cessata, per poi riprendere la sua attività di tipo stromboliano, (che di fatto era ricominciata già circa un mese fa), facendo registrare i valori che segnalano l'attività del vulcano, come i tremori dei condotti magmatici interni  nella norma.

La situazione è sotto controllo? E' opportuno ricordare alla popolazione che l’Etna è costantemente monitorato dagli esperti dall’Ingv di Catania.

Ci sono degli effetti, per così dire, collaterali? Le problematiche e gli effetti relativi alla caduta di cenere sul suolo sono molteplici e sono una minaccia non solo per l’ambiente e il territorio circostante, ma ancor prima per la popolazione. 

Quali sono le conseguenze per la salute? La composizione delle ceneri è molto abrasiva e la sospensione delle particelle vulcaniche più fini (dimensioni inferiori a 10 micron) può causare fenomeni irritativi agli occhi, alla cute e alle vie respiratorie e, inoltre, può provocare acutizzazioni nei soggetti più sensibili ed allergici.

E per quanto riguarda l'inquinamento idrico? Le ceneri vulcaniche possono contenere fluoro e/o metalli pesanti in grado di inquinare i corpi idrici superficiali. Inoltre si possono verificare alterazioni delle caratteristiche dell’acqua, tali da uccidere le popolazioni ittiche legate a intorbidimento, riduzione del pH ed incremento della temperatura.

Le coltivazioni subiranno danni permanenti? Molte piante diffuse in Calabria, come gli agrumeti, possono subire danni irreversibili al processo di maturazione ed il raccolto può di conseguenza essere compromesso.

E le infrastrutture? L’accumulo di materiale piroclastico provoca danni agli edifici, quali rottura tubazioni e scarichi, e danneggia impianti di aereazione.

La pioggia di cenere crea disagi al traffico veicolare? Un’intensa caduta di ceneri provoca una riduzione sensibile della visibilità, e ciò può essere causa di incidenti stradali. L’accumulo di materiale piroclastico che si deposita lungo tutte le vie di circolazione e nei centri abitati danneggia i motori degli autoveicoli e dei mezzi aerei; inoltre, tale materiale rende l’asfalto viscido costituendo un pericolo per la circolazione stradale e talvolta le rotte aeree vengono deviate o annullate in funzione della dispersione della nube vulcanica, o quando le ceneri ricadono sulle piste di atterraggio, gli aeroporti, viste le difficoltà nell’operatività e per la sicurezza degli scali, vengono chiusi come nel  caso odierno di Reggio Calabria.

 
Pasqualina Ciccone