Mercoledi', 1 Maggio 2024
 
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BAGNARA CALABRA La “double face” del degrado ambientale

Pellegrina di Bagnara CalabraPellegrina di Bagnara Calabradi Peppino Maisano
Da molti anni ormai, a parte qualche sporadico ed eccezionale intervento di pulizia sulle strade, fatto in occasione della festa grande del paese- nemmeno poi sempre riguardata- a Pellegrina non si muoveva più niente, stanti l’impressionante selva di erbe e le intricate macchie di specie arbustive disseminate ovunque fino a ostruire, in alcuni tratti, il regolare transito alle persone, per cui la presenza di operai da alcune settimane all’opera per mettere riparo al diffuso squallore è stata accoltacon comprensibile meraviglia, ma anche con gradito compiacimento.

La gran parte dei cittadini non aveva ancora del tutto dimenticato lo scenario subito l’anno scorso durante la processione del Corpus Domini, allorchè il travolgente degrado dei luoghi attraversati - di raccapricciante disgusto- aveva allibito un po’ tutti, Padreterno compreso! Forse il forte richiamo di allora, apparso su questo web qualche giorno dopo, a qualcosa è servito. Come pure sarà servito il più recente quadretto disegnato dalla penna chiara e avvincente del Direttore del web che gentilmente ci ospita, che segnalava lo stralunante scenario di “degrado e abbandono” del nostro Lungomare. Non nascondo di avere telefonato, appena letto il pezzo appoggiato a video-servizio, per esprimere condivisione e apprezzamento all’autore, così come ora sento dover riconoscere merito all’Assessora per l’impegno profuso nel disbrigo di una pratica quale quella del distacco dei 30 tirocinanti dalla Regione al Comune che si rivelava, a questo punto, tanto urgente quanto necessaria. Quando si vuole si può, anche davanti ad ostacoli duri come il dissesto, che a questo punto più di un’innegabile realtà di carenza economica sta diventando per gli amministratori un comodo schermo protettivo per coprirsi, difendersi e sfuggire.

Per esperienze personali, ma soprattutto per tendenza innata sono favorevole, lo dimostro nelle occasioni che si presentano, al lavorio che da un po’ di tempo fermenta negli ambienti bagnaresi del Centro e delle Frazioni intorno alle iniziative associazionistiche che fioriscono e si intrecciano. Tutto ossigeno vitale che si dà al rilancio del territorio, e contributo utiledi forze fresche e novelle per favorire il migliore richiamo e una più ammirata attenzione su un’area come la nostra per chi non la conosce ancora, o la conosce poco. Ma non basta. Anzi, dacchè mi trovo, voglio osservare che fino a quando non si metterà a punto una terapia integrata che amalgami bene l’idea con l’azione, secondo il principio mazziniano (pensiero-azione), il movimentismo da solo farà cilecca e, fatto più penoso e grave, potrà scadere nel confusionismo, perfino deleterio, con la conseguenza del ritorno all’indietro, malgrado tutti gli sforzi di parole profusi. Deve quindi avanzare, prioritariamente,la “volontà collettiva” guidata da un’idea-pensiero impegnato a scuotere le coscienze dei cittadini, risvegliando in loro l’orgoglio del confronto e della competizione, per avvicinare la comunità ai paesi più avanti di noi nell’offerta di servizi essenziali.

Non sarà un’impresa facile, perché il lavoro più duro spetta sempre a chi dovrà fare osservare e rispettare norme e rogolamenti. Per abbattere il freddo e tenace muro dell’inefficienza e dello stallo, la cosiddetta classe “valida” del paese non può più continuare a nicchiare: dovrà svegliarsi e avere il coraggio di mettersi (rimettersi) in discussione come avviene altrove, se si vuole e si intende raddrizzare, almeno un pochino, il legno storto dell’arroganza e dell’insolenza che indisturbate aleggiano ancora, e se la cantano alla grande.

Si sente da lungo tempo in Città, e non soltanto, l’eco di un ritornello balzano e cinico che suona pressochè così: “tanto peggio tanto meglio”. Va sconfitto e abbattuto con ogni mezzo disponibile nell’essenza della sua radice più profonda e oltraggiosa, per ridare al paese dignità di presenza e ruolo in tutte le sue svariate inclinature e sfumature, in un contesto dove non è più lecito, né tanto meno ammissibile, che la mediocrità corra a gambe levate e la virtù restial palo o torni indietro.

Riprendiamo a parlare dei lavori di pulizia e rinviamo ad altrotempo ed altra più appropriata sede lo sviluppo di questo stimolante discorso dalle pieghe un po’ troppogrinzose.

L’intento prioritario dell’intervento di lifting predisposto dalla Giunta su proposta dell’Assessora avrà lo scopo di rivitalizzare questi luoghi rendendoli più decorosi e agibili principalmente ai residenti, nonché per predisporli ad unamigliore e più compiacente accoglienza del turista e dell’utenza locale con successive opere complementari strutturali, quali le pavimentazioni viarie, l’arredo urbano e una segnaletica dei siti di maggior richiamo e interesse, al fine di rendere affascinante il bello naturale esistente, per colpire e richiamare il forestiero stagionale che arriva.

Per ottenere questo risultato si richiede lo sforzo serio ed adeguato dei preposti alle operazioni previste nel piano di intervento: a) dal tutor che dovrà guidare, indirizzare e soprintendere ai lavori, nonché coordinare i tirocinanti; b) alle autorità amministrative che dovranno vigilare sull’osservanza, sulla gestione e sui risultati del piano, in relazione soprattutto ai benefici, valutati in termini di ricaduta sul decoro dei luoghi e sul gradimento dei cittadini.

Se le operazioni saranno osservate e risulteranno conformi alle direttive evitando di incorrerre, come sta già succedendo, nell’errore di non rilevare e lasciare abbandonati sul posto i cumuli delle erbe tagliate marciscenti, forse potremo gioire del buon lavoro reso. Ma, se come ci è dato constatare i lavori procederanno ancora in avanti sulla piega sbagliata di cui abbiamo appena accennato, allora sentiamo poter dire da subito, con rammarico e amarezza, che esiste un’altra faccia di degrado, speculare alla prima, repellente e nauseabonda, non ancora scomparsa, che ci spetterà nel seguito affrontare e abbattere.