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DELIANUOVA Il 22 agosto Premio Letterario "Saverio Italiano"

1 1 premio lett delianuova1 1 premio lett delianuovaGli organizzatori del Premio Culturale Letterario “Saverio Italiano”, avvalendosi dei pareri consultivi di una Giuria Popolare rappresentativa di varie categorie in ambito letterario e culturale, dopo aver vagliato le proposte editoriali di opere calabresi di matrice demo-etno-antropologica, date alle stampe da case editrici indipendenti e non nei tre anni antecedenti alla presentazione del bando, presenta ufficialmente il palmarès dell’edizione con le Opere ripartite nelle due sezioni di pertinenza:

Narrativa Comandè Palma, La Padrina, Rubbettino 2021 Gangemi Mimmo, Il popolo di mezzo, Piemme 2021 Leonetti Vinicio, Eroine, Città del Sole 2020 Nicotra Costa Delia, Il segreto del principe di Maletto, Laruffa 2020 Nirta Franco, Vicende di gente d’onore e altri racconti, Rubbettino 2020 Saggistica Ciconte Enzo, Alle origini della nuova ‘ndrangheta. Il 1980, Rubbettino 2020 Corigliano Gregorio, Nero di seppia. Dai taccuini di un giornalista seduto in riva al mare, Pellegrini 2019 Gioffrè Santo, Ho visto. La grande truffa della sanità calabrese, Castelvecchi 2020 Ippolito Armino Pino, Storia della Calabria partigiana, Pellegrini 2020 Mollo Fabrizio, Guida archeologica della Calabria antica, Rubbettino 2018 Nunnari Mimmo, Elogio della Bassitalia, con qualche invettiva contro il razzismo del Nord, Rubbettino 2020 Solferino Gianfrancesco, 20 borghi da non perdere in Calabria, Rubbettino 2020 I Presidenti del Premio “Saverio Italiano” ringraziano la Giuria Popolare tutta per il lavoro svolto. Maria Frisina (Associazione Culturale “Geppo Tedeschi”) ha dichiarato: “C’è una Letteratura in Calabria che, superando il limite del facile documentarismo, reclama la ribalta. Intendevamo premiare delle Opere che rivelassero squarci di verità combinate alla situazione storico-sociale della realtà odierna. L’esito della selezione operata ha rappresentato, quindi, un potente censimento di pubblicazioni che descrivono una cultura di stampo operativo che, senza deviazioni, incide sui meccanismi di sviluppo della nostra Società”. Rocco Polistena (Associazione Culturale “Roubiklon”) ha aggiunto: “Abbiamo inteso istituire un premio, dedicato alla memoria del compianto Saverio Italiano, per superare i vizi di una cultura decadentista che per la Calabria ha delimitato le questioni letterarie alsenso di sofferenza e di disagio dell’uomo. Un Premio che cerca, modestamente, di proporsi come avamposto di progresso dialettico, di proposta critica, di fierezza meridionale”. La cerimonia di premiazione si terrà a Delianuova (RC) domenica 22 agosto p.v. presso piazza Marconi (Villa comunale), con inizio alle ore 21:30. Segreteria del Premio Saverio Italiano Antonio Roselli | +393285352349 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

I PROTAGONISTI

Ciconte Enzo, Alle origini della nuova ‘ndrangheta. Il 1980. Le reazioni del PCI e le connivenze della politica e della magistratura, Rubbettino 2020 Enzo Ciconte è docente di Storia della criminalità organizzata all’Università di Roma Tre e di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia. Consulente presso la Commissione Parlamentare Antimafia dal 1997 al 2010. È stato il primo a pubblicare un testo storico sulla ’ndrangheta in Italia, ’Ndrangheta dall’Unità a oggi. Numerose le sue pubblicazioni, molte delle quali con Rubbettino. Tra queste si ricordano Storia criminale. La resistibile ascesa di Mafia, ’Ndrangheta e Camorra dall’Ottocento ai giorni nostri, 2008; ’Ndrangheta, 2008 e 2011; ’Ndrangheta padana, 2010; Banditi e briganti. Rivolta continua dal ’500 all’800, 2011; Politici (e) malandrini, 2013; Storia dello stupro e di donne ribelli, 2014. È, insieme a Francesco Forgione e Isaia Sales, curatore dei volumi Atlante delle mafie vol. I, II, III e IV. Quarta di copertina La Calabria del 1980 è una regione dove succedono tante cose. C’è una trasformazione della ’ndrangheta, una mutazione dei suoi caratteri originari che erano legati al mondo agricolo. Oramai la mafia calabrese ha molti interessi in città e nel campo dell’edilizia, partecipa al contrabbando delle sigarette estere, al traffico di droga, ai sequestri di persona. Adesso è arrivato il tempo di avventurarsi nei marosi dell’economia e di affrontare in termini nuovi il rapporto con la politica. I mafiosi tentano di affrancarsi dal vassallaggio con la politica e candidano propri rappresentanti al Consiglio regionale e al Consiglio comunale di Reggio Calabria. Muta il rapporto con i partiti: il Pci entra nel mirino dei mafiosi che uccidono rappresentanti autorevoli di questo partito nel giro di una manciata di giorni: Peppe Valarioti a Rosarno e Giannino Losardo a Cetraro. Cos’è la ’ndrangheta: frutto di arretratezza o di modernizzazione? Su questo interrogativo si scontrano il Pci e la corrente del Psi facente capo a Giacomo Mancini. È un anno che vede emergere posizioni diverse dentro la magistratura dove c’è uno scontro tra vecchio e nuovo, e dentro la Chiesa dove accanto al prete-padrone di Africo don Stilo c’è la Chiesa di don Natale Bianchi e gli appelli di monsignore Agostino vescovo di Crotone e di monsignore Sorrentino vescovo di Reggio. Infine, c’è tutta la questione sociale con il fallimento del pacchetto Colombo e le crisi industriali dal Quinto centro siderurgico a Gioia Tauro, alla Sir di Lamezia Terme, alla Liquichimica di Saline Joniche. Comandè Palma, La Padrina, Rubbettino 2021 Palma Comandè ha studiato lettere all’Università di Messina. Dopo aver insegnato per vent’anni, ha lasciato la scuola per dedicarsi completamente alla scrittura. Nel 2004 ha pubblicato Per coraggio e per paura, un romanzo storico sulla strage di Cefalonia. Nel 2017 è la volta del romanzo Prima di tutto un uomo, sulla vita di Saverio Strati (di cui è nipote). Quarta di copertina La Padrina è un romanzo che si snoda sul filo della ricerca del cambiamento. Protagoniste sono due donne, bisnonna (Padrina) e nipote. L’una simbolo autorevole di una mentalità e una cultura i cui dettami trasmette tramite un indiscusso potere ’ndranghetistico, l’altra incarnazione di un’inquietudine data da una profonda vocazione all’autonomia di pensiero e al bisogno di affermarlo attraverso scelte di vita proprie e non indotte. Il percorso della ragazza sarà fortemente accidentato, e i suoi esiti saranno resi a volte tragici dall’impatto drammatico contro i sentimenti. Lo sfondo di tutto è un mondo apparentemente appiattito su una cultura ’ndranghetista, arcaica e intrisa di fatalismo, in realtà attraversato e scosso da dubbi e ricerca di sé. Un romanzo che getta uno sguardo diverso sulla mentalità meridionale e la cultura che la sottende, uno sguardo che scava nelle profondità dell’essere, lì dove risiede l’Uomo coi suoi dubbi irrisolti e i suoi aneliti.

Corigliano Gregorio, Nero di seppia . Dai taccuini di un giornalista seduto in riva al mare, Pellegrini 2019 Gregorio Corigliano, laureato in Economia all’Università di Messina nel 1970, è giornalista professionista. È stato Capo Ufficio stampa dell’Ente provinciale per il Turismo di Reggio Calabria. Dal 1982 in RAI, dove percorre tutta la carriera professionale fino a diventare Capo Redattore della sede regionale della Calabria. In RAI ha seguito i principali avvenimenti di cronaca degli anni ’80-’90 e poi gli eventi politici fino al 2010. Ha curato le Tribune politiche e realizzato numerose inchieste sulla Calabria anche per le testate radiofoniche e televisive nazionali. È stato dirigente nazionale organizzativo dell’USIGRAI, il sindacato giornalisti RAI; dal 2012 al 2015 ha ricoperto il ruolo di commissario del CO.RE.COM Calabria. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il “Premio Cultura” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il “Premio Brutium”, il “Premio Crotone Pitagora”, il “Premio Valarioti”. Ha pubblicato i volumi: Un po’ di noi - Storia di un viaggio in Calabria che ancora continua. (Ed. Pentagono), I diari di mio padre (Pellegrini editore). Editorialista del “Quotidiano del Sud”. È stato Presidente del Circolo della Stampa “Mariarosaria Sessa” di Cosenza. Quarta di copertina C’è un uomo che ha il mare dentro e nelle pagine cammina, osserva, guarda, pensa, scrive. E quel mare, che è avvolgente quanto inquietante, feroce quanto rassicurante, ha una forza espressiva totale quasi fosse umano. O, forse, divino. Il mare ha cromatismi che variano, odori che avvolgono, “sprizzii” che toccano, silenzi che parlano. E quell’uomo vi è immerso tutto. Seduto in riva al mare. E quell’uomo riempie i suoi taccuini di nero di seppia e i fogli si bagnano di storie e narrazioni che sanno d’infanzia, di adolescenza e di una vita che cresce. E sanno di quel piccolo mondo antico che è sedimentato nella memoria dell’uomo che scrive e che, d’un tratto, appartengono a tanti. Forse a tutti. Ci sono fichi, clementine, uva, pescato, profumi e sapori che hanno palpiti e ticchettii d’anima. E quel nero di seppia lentamente si fa osservazione del mondo e racconta altre storie perché quell’uomo, l’uomo del mare, diventa giornalista e le sue pagine si fanno mondo e storie di umanità, spesso dolorosa e dolente. Ma anche ironica, eroica, immaginifica, progressiva, scottante. Perché un giornalista dipinge nei suoi taccuini il mondo tutto con le sfaccettature più diverse e complesse. Come il mare. Dove torna e ritorna sempre. Seduto in riva al mare. E lì, l’uomo del mare, si fa mare.

Gangemi Mimmo, Il popolo di mezzo, Piemme 2021 Mimmo Gangemi è nato a Santa Cristina d'Aspromonte nel 1950. Ingegnere, vive in Calabria ed è autore di diversi romanzi, tra cui Il giudice meschino, da cui è stata tratta una serie tv interpretata da Luca Zingaretti, e La signora di Ellis Island, apprezzatissimo da pubblico e critica. Collabora, tra gli altri, con il quotidiano La Stampa. Quarta di copertina In un'America prodiga e crudele, una grande saga su ciò che siamo stati. E abbiamo dimenticato. «Negri», così sprezzavano quanti agli inizi del Novecento giungevano in America dall'Italia. Anche perché «tanto bianchi non apparivano», erano il popolo di mezzo, sradicato dalle origini per cercare lì un futuro migliore. Masi e la sua famiglia, partiti dalla Sicilia, impattano sullo sfruttamento e sull'esclusione, sul pregiudizio e sul razzismo, che culminano in un barbaro linciaggio. Per i figli, Tony e Luigi, con indole e talenti differenti, si aprono strade difficili, tra le ondate della prima emigrazione e le due guerre mondiali. In un'America che cambia, ora sogno solo a osservarla da lontano, ora prodiga delle opportunità che sa concedere la terra promessa. Insofferente, il primo tenta di conquistarsi uno spazio, finché arriva a odiare l'inganno del nuovo mondo, e lo scianca con le sue vendette. Dotato di talento musicale, il secondo percorre la novità delle orchestrine jazz, imboccando la via per il successo. Dai campi di cotone ai cantieri per le ferrovie, dalla Little Palermo di New Orleans alla Little Italy nella dimensione metropolitana di New York, dalla Mano Nera agli albori di Cosa Nostra, dai bordelli di Storyville ai grandi ritrovi del jazz, dai diseredati seppelliti ad Hart Island alla strage di Wall Street, da un amore travagliato al campo di internamento per italiani resistenti. In questa narrazione epica e struggente, Mimmo Gangemi ci fa rivivere, con il coraggio dei grandi maestri, il senso d'estraneità e una nostalgia divorante, la speranza di piegare il destino e il sogno del ritorno, in una nazione che va rapidamente mutando pelle.

Gioffrè Santo, Ho visto. La grande truffa della sanità calabrese, Castelvecchi 2020 Santo Gioffrè. Medico e scrittore calabrese, è stato consigliere nel suo comune di origine, Seminara, e assessore alla Cultura della provincia di Reggio Calabria. Nel 2015 è commissario straordinario dell’Asp reggina. È autore, tra gli altri, di Artemisia Sanchez (Mondadori, 2008) da cui la Rai ha tratto una fiction televisiva di grande successo. Con Castelvecchi ha già pubblicato il romanzo L’opera degli ulivi (2018). Quarta di copertina La testimonianza dell’uomo che ha scoperto la grande truffa ai danni della sanità in Calabria: nascosta nelle omissioni contabili, nei registri incompleti, negli atti non impugnati; nella tecnica perfetta con cui si liquidavano le stesse fatture più volte. Santo Gioffrè, medico e scrittore, come commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria ha svelato – e qui racconta – i meccanismi e le perpetuazioni criminali di un sistema rimasto fino ad allora inattaccabile. Per sei mesi, resistendo a indicibili pressioni, ha fatto tremare l’organizzazione responsabile della voragine nei conti, prima di essere destituito: «Quando qualcuno sta per realizzare qualcosa di importante viene allontanato». Ippolito Armino Pino, Storia della Calabria partigiana, Pellegrini 2020 Pino Ippolito Armino, ingegnere e giornalista, vive tra la Calabria dove è nato e il Piemonte. È membro del Comitato Direttivo dell’Istituto Ugo Arcuri per la storia dell’antifascismo e dell’Italia con- temporanea in provincia di Reggio Calabria e del Comitato Scientifico della rivista Sud Contemporaneo. Ha pubblicato nel 2012 per Rubbettino Azionismo e sindacato, la storia del Partito d’Azione e della Camera Generale del Lavoro di Napoli attraverso la vicenda di uno dei suoi principali protagonisti, Antonio Armino; nel 2015 per Città del Sole Brigantaggio politico nelle Due Sicilie, il racconto dei tentativi messi in atto dai reazionari all’indomani dell’impresa di Garibaldi e della conquista piemontese del Mezzogiorno; nel 2018 per Guida Editori Quando il Sud divenne arretrato, un’analisi storica sulle origini del divario tra le due parti d’Italia, tanto lontana dai miti risorgimentali quanto dalle falsificazioni neoborboniche. Quarta di copertina Solo in anni piuttosto recenti è stato definitivamente riconosciuto il contributo del Mezzogiorno nella guerra di Liberazione che oppose i partigiani della causa italiana alla tirannia fascista e nazista. Dura, invece, a morire l’opinione che vorrebbe ridurre i partigiani meridionali a soldati intrappolati a nord dopo l’armistizio, l’8 settembre del 1943. Il racconto degli antifascisti della prima ora, dei militari che vollero restare fedeli al loro giuramento, dei lavoratori emigrati e pronti a intervenire in armi contro i tedeschi supera anche quest’ultimo pregiudizio. Le singole vicende dei calabresi si fondono, nel quadro più generale della storia della Resistenza, in un racconto nuovo, nient’affatto retorico, nient’affatto scontato.

Leonetti Vinicio, Eroine, Città del Sole 2020 Vinicio Leonetti è nato a Catanzaro nel 1960, giornalista professionista. Dopo studi classici e in giurisprudenza, a 23 anni ha cominciato a scrivere per vari giornali: Gazzetta del Sud, Milano Finanza, Corriere della Sera/Economia, Il Sole24Ore, Il Mondo, Capitale Sud i più importanti. Cronista di nera e giudiziaria, ma anche di economia e politica. Ha collaborato con la Rai e la Tv svizzera Rsi. Primo classificato al premio “Mario Luzi” per la narrativa con “Eroine” (Città del Sole, 2020). Quarta di copertina Quella che state per leggere non è una storia vera ma prende spunto da vicende realmente accadute. A dimostrazione del fatto che niente meglio della realtà offre materia alla fantasia quando si ha la bravura di coglierne le suggestioni. La protagonista principale si chiama Marisa ed è nata dalla parte sbagliata della società. La parte nella quale dominano la violenza, la sopraffazione e il sopruso: dove la legalità semplicemente non esiste. Marisa ne ha vissuto integralmente la brutalità, assimilandone anche la crudezza dei rapporti. Ma non è stata del tutto domata, c’è ancora in lei una scintilla che le permette di separare il bene dal male. E quando questa scocca, la sua vita prende fuoco. Marisa si trova improvvisamente catapultata nella parte giusta della società, costretta però a recitare una parte sbagliata in un vortice di sentimenti forti al punto da risultare scioccanti: come fossero il marchio indelebile della sua vita precedente. Dalla Prefazione di Sergio Rizzo Mollo Fabrizio, Guida archeologica della Calabria antica, Rubbettino 2018 Fabrizio Mollo è Professore Associato e insegna Topografia Antica e Archeologia delle Province Romane presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina. È stato collaboratore della Soprintendenza Archeologia della Calabria per un ventennio. Autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche (libri, articoli, Atti di convegno) nelle sedi editoriali più prestigiose; ha partecipato a decine di convegni scientifici nazionali e internazionali in Italia ed in Europa. Svolge attività di ricerca in Calabria, Sicilia, occupandosi di popolazioni indigene (Enotri, Lucani e Brettii). È componente dal 2014 della Missione Archeologica Italiana presso Skotoussa, in Tessaglia–Grecia. Ha scavato, pubblicato e si è occupato tra gli altri dei contesti di Tortora (l’antica Blanda), di Serra Aiello-Campora S. Giovanni (l’antica Temesa), Licata (l’antica Phinziade), S. Maria del Cedro (l’antica Laos) e Cerillae, curandone in alcuni casi anche i progetti scientifici e didattici dei relativi Musei. Ha scavato, pubblicato e musealizzato i contesti archeologici dell’area del Medio Tirreno cosentino (da Belvedere Marittimo a Paola), realizzando il Museo dei Brettii e del Mare di Cetraro. Quarta di copertina La Calabria, terra aspra, varia e multiforme, posta al centro del Mediterraneo, caratterizzata da diversità strutturali e culturali, è raccontata in questo volume, che vuole tracciare la storia della presenza umana a partire dalle fasi pre e protostoriche, sino all’arrivo dei Greci ed al loro incontrarsi con gli Indigeni, gli Enotri, e poi in epoca ellenistica la discesa delle popolazioni italiche dei Lucani e dei Brettii ed infine la presenza dei Romani sino alla fase tardoantica e all’altomedioevo. Il volume narra nella prima parte, utilizzando le fonti letterarie e soprattutto la documentazione archeologica, le vicende storiche della regione, non prescindendo da un suo quadro ambientale e geografico. La seconda parte illustra, in forma di itinerari, i principali contesti archeologici della regione, le poleis, i centri Romani e Indigeni, ma anche le chorai, i territori, cercando di delinearne la storia e le principali vicende, la forma urbana, le strutture pubbliche e quelle private, i luoghi di culto, le aree funerarie, le forme di occupazione del territorio attraverso differenti tipologie di insediamenti, i principali contesti di materiali. Gli itinerari, in tutto tredici, sono organizzati secondo una scansione che coniuga, per quanto possibile, l’unitarietà geografica e territoriale con lo sviluppo di insediamenti che tra loro presentano un’omogeneità culturale. Essi, inoltre, offrono una descrizione, puntuale e aggiornata, anche di tutte le aree visitabili, i parchi archeologici, i siti ed i principali monumenti, ma anche dei relativi Musei, con la presentazione delle collezioni e dei reperti di maggior pregio ed interesse. Si tratta di un agevole ma completo strumento, corredato da un ricco apparato grafico e fotografico e da un’ampia e aggiornatissima bibliografia, indirizzato ai turisti che vogliono scoprire le bellezze della Calabria, ai cultori dell’antico, agli archeologi ed ai giovani studenti universitari, ma soprattutto rivolto ai Calabresi, che tutti dovrebbero leggere per riappropriarsi consapevolmente del loro importante passato.

Nicotra Costa Delia, Il segreto del principe di Maletto, Laruffa 2020 Delia Nicotra Costa è nata a Palmi e vive ad Ostuni, ha trascorso tutta la prima parte della sua vita tra libri ed insegnamento nel quale ha riversato anche la passione, sull’esempio dei suoi genitori studiosi di materie classiche con varie pubblicazioni. Il suo tempo libero è stato “preso” dall’interesse per l’arte ed in particolare per l’antiquariato. Ora, in questa fase più riflessiva della vita, si è dedicata alla narrativa, racchiudendo in un romanzo una antica storia di famiglia, tra orgoglio, amore e misteri, sullo sfondo storico del Regno dei Borboni, al tempo dei briganti. Quarta di copertina Lettore, tu che cerchi un libro dove lo sfondo storico sia stato scritto in modo sentito e commosso, se cerchi pure la cultura classica tra le righe, sparsa tra riferimenti e citazioni, se cerchi l’amore, l’orgoglio e il mistero sullo sfondo incantato della Sicilia, potrai trovare tutto in questo romanzo intitolato Il Segreto del principe di Maletto intorno ad una saga familiare dell’Ottocento… …viaggerai e sarai catturato da questa storia e alla fine ti dispiacerà abbandonarla per tornare alla realtà.

Nirta Franco, Vicende di gente d’onore e altri racconti, Rubbettino 2020 Franco Nirta è nato a San Luca nel 1940 e vive a Bianco. Ha trascorso gli anni giovanili ad Amalfi, dove ha compiuto i primi studi, e a Napoli, dove si è laureato in giurisprudenza. Avvocato civilista, magistrato onorario e scrittore ha pubblicato con Rubbettino il romanzo Un prete (2017). Quarta di copertina Gente d’onore di Calabria che vive la propria condizione secondo la propria indole; gente comune della Napoli degli anni Sessanta del secolo scorso che osserva la realtà con occhi disincantati e ne trae originali riflessioni; gente che vive intimamente a proprio modo una condizione tutto sommato comune a tanti altri. Uno sguardo al passato che coglie con partecipazione, ma anche con ironia e umorismo, realtà e problemi ancora attuali.

Nunnari Mimmo, Elogio della Bassitalia, con qualche invettiva contro il razzismo del Nord, Rubbettino 2020 Mimmo Nunnari, giornalista, già vicedirettore della TGR Rai, ha insegnato Teoria e Tecnica del Giornalismo nell’Università di Messina e Sociologia dei processi culturali e comunicativi nell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria. Tra i suoi libri: Nord Sud l’Italia da riconciliare (1992); Storia della rivolta di Reggio (2000); Dal giornale al portale (2004); Media arabi e cultura nel Mediterraneo (2009); Viaggio in Calabria, dalla Magna Grecia al Terzo Millennio (2009); La lunga notte della rivolta (2010) e La Calabria spiegata agli italiani (2017). Quarta di copertina Bassitalia è un luogo “enigmatico” che comincia dopo il Lazio e finisce a Punta Pescespada, scoglio di Lampedusa di fronte all’Africa. È un nome poetico che soddisfa desideri di bellezza e risveglia ricordi di “viaggi nel tempo” da Paestum alla valle dei Templi, ma è anche un’espressione ambigua dove la parola bassa non denota la posizione sulla carta geografica ma il “censo”, cioè la condizione economica sociale e civile “inferiore” che certo Nord individua nella metà meridionale dell’Italia che, mai così in pericolo e contesa, ha l’occasione per riscoprire il valore dello stare insieme in una fertile competizione, ripensandosi e ritrovando l’unità, che come idea è nata dal Rinascimento, dalla bellezza dei luoghi, e dallo slancio offerto dall’eredità della cultura classica del Mezzogiorno.

Solferino Gianfrancesco, 20 borghi da non perdere in Calabria, Rubbettino 2020 Gianfrancesco Solferino ha svolto numerose ricerche sulla produzione lignea napoletana e calabrese, in modo particolare sulla scuola d’arte di Serra San Bruno nonché sulla rilevante produzione legata alle altre scuole regionali pubblicando molteplici contributi in proposito. Accanto allo studio della scultura lignea studia da tempo le arti applicate, nella fattispecie il patrimonio ricamatorio e la produzione degli argentieri meridionali. È stato Conservatore del Convento di San Francesco d’Assisi a Ripa Grande in Roma, per il quale ha curato numerosi studi monografici. È socio cultore del Circolo di Studi Storici “Le Calabrie” e socio del Centro Studi sulla Civiltà Artistica dell’Italia meridionale “Giovanni Previtali”. Nel 2013 è stato nominato Ispettore Onorario del Ministero per i Beni Culturali ed insignito del titolo di Socio della Deputazione di Storia Patria della Calabria. È altresì socio del Centro di Cultura e Storia Amalfitana. Per Rubbettino ha pubblicato 20 borghi da non perdere in Calabria (2020). Quarta di copertina C’è una Calabria nascosta, inesplorata e poco conosciuta, quella dei piccoli borghi che racchiudono tesori artistici, maestranze architettoniche, tradizioni e culture che sono testimonianze della storia millenaria della regione. Il libro di Gianfrancesco Solferino vuole raccontare questa Calabria, ricca di bellezza e di fascino, una Calabria che cattura e ammalia il visitatore, e lo fa attraverso 20 itinerari, alla scoperta di altrettanti borghi: Aieta, Altomonte, Aiello, Tropea, Soriano, Scilla, Bova, Gerace, Stilo, Serra San Bruno, Badolato, Squillace, Tiriolo, Cropani, Taverna, Santa Severina, Caccuri, Civita, Morano Calabro, Oriolo.

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