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Riparte da Palmi la seconda fase dell'evento promosso da Rete delle Grandi Macchine a Spalla in collaborazione con UNESCO MIBACT ICPI

Palmi  L6A8879Palmi L6A8879Video-arte e tecnologia a supporto del patrimonio immateriale in tempo di pandemia. Parte la seconda fase dell’evento "Feste Sspese", la memoria dell’assenza. Dopo Viterbo, Sassari, Nola e Palmi, che hanno accolto l’evento itinerante in video-mapping sulle feste sospese della Rete delle Grandi Macchine a Spalla Patrimonio UNESCO, parte il montaggio del docu-film che ne testimonierà l’esperienza.

Dopo la gigantesca proiezione video-mapping sulla facciata del Palazzo comunale di Palmi, parte la seconda fase del progetto FESTE SOSPESE.Nato in piena pandemia per sostenere le celebrazioni festive Patrimonio UNESCO sospese dalla pandemia, il progetto si configura oggi come un laboratorio di creatività e tecnologia al servizio della tradizione e della cultura immateriale, come quella della Rete delle Grandi Macchine a Spalla, che l’UNESCO dichiarò “modello e fonte d’ispirazione”. Una modalitàdi condivisione pionieristica ed esemplarein tempo di Covid, così come è stata formulata da Patrizia Nardi, responsabile tecnico-scientifico dei progetti UNESCO della Rete, che ha messo in moto il progetto itinerante durante il lockdown, sotto il titolo complessivo “Il nostro tempo infinito e sospeso”, sulla base della L.77/2006 sul Patrimonio UNESCO, in sinergia con l’Ufficio Patrimonio UNESCO del Mibact e con il Comune di Sassari, responsabile amministrativo dell’evento diffuso. <<E’ stata una sfida entusiasmante -ha dichiarato Patrizia Nardi– un modo per restituire bellezza alle comunità e per celebrare in una forma completamente nuova le feste sospese, coniugando cultura della tradizione e arte contemporanea, con il supporto degli strumenti dell’ICT, Information and Communications Technology, messi in opera dagli artisti e dai web designer dellaOpenLab Company, che ci ha consentito di esprimere al meglio, in contesti storici-urbani identitari e di grande fascino, un patrimonio delicato, volatile, che arriva a noi da secoli di storia condivisa>>.

Si è trattatodell’inedita fruizione dei pregevolilavori cinematografici realizzati sul tema dal regista-compositore Francesco De Melis. Frantumandosi e moltiplicandosi in forme nuove, dagli schermidella Mostra del Cinema di Venezia o della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma dove sono stati presentati,i film sono tornati nelle piazze in cui sonostati girati per una visione della festa in absentiache emana dai palazzi storici, dalle facciate di chiese e cattedrali. Una restituzione monumentale che, come il divieto di celebrazione, non ha precedenti.Le quattro città della Rete, Viterbo, Nola, Sassari e Palmi, insieme a Gubbio, dove come progetto pilota in pieno lockdown si è proiettato sul Palazzo dei Consoli il lavoro cinematografico sulla Corsa dei Ceri, hanno partecipato come possibile secondo le normative anti-Covid, e in maniera massiccia attraverso il web seguendo, con punte di cinquantamila visualizzazioni, le dirette della pagina Face Book e Instagram.Un’iniziativa di successo, presentata dall’antropologa Patrizia Giancotti responsabile per la comunicazione, che si avvia verso la seconda fasecon la realizzazione di un film destinato alla divulgazione in contesti unescani e festival, sempre sostenuta dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, con il coordinamento dell’antropologa Stefania Baldinotti, responsabile dell'Archivio audiovisivo dell’Istitutoe con l’impegno del Direttore Leandro Ventura,cheinquadra l’iniziativa come un “piccolo risarcimentoalle comunità private delle loro celebrazioni identitarie”. <<Quello che vogliamo offrire allecittà della Rete,in questo momento segnate dalla crisi pandemica -ha sottolineato Ventura- è una via alternativa di percezione della festa che non si è svolta, attraverso delle immagini proposte con uno sguardo estetico, emotivo e, in definitiva, impostato artisticamente in maniera innovativa, per conservare la memoria di un'assenza>>.

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