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Rete 25 Novembre su Riforma Terzo Settore

1 1 3 sett1 1 3 settIl Consiglio regionale della Calabria ha bloccato i regolamenti attuativi che prevedono i criteri di assegnazione dei contributi alle strutture socioassistenziali, bloccando di fatto la Riforma del terzo settore e condannando la Calabria ove non si intervenga con massima urgenza all’ecatombe sociale, invece di restituire dignità all’intero mondo sociale calabrese.

Un percorso, tra l’altro, che aveva visto la partecipazione di tutti i soggetti del Terzo Settore calabrese che, spendendosi con grande impegno, aveva contribuito all’elaborazione del Regolamento attuativo. La delibera e il regolamento riguardano le “Procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale socioassistenziali, nonchè dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità”.

In poche parole è la Legge per il Welfare che la Calabria aveva aspettato da 20 anni!

Chiediamo con forza alla Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore al ramo, di avviare, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, una immediata interlocuzione con la Conferenza Permanente sulle Politiche Sociali, che secondo obbligo di legge è costituita dalla Consulta delle Autonomie Locali composta dai Sindaci dei comuni capofila di Ambito e dalla Consulta del Terzo Settore della Calabria.

Ciò deve avvenire prima dell’assunzione di qualsivoglia provvedimento da parte della Giunta Regionale, altrimenti si verificherebbe una chiara violazione dei principi di concertazione sanciti dalla L.328/00 e dalla L.R.23/03.

In un momento di emergenza epocale e senza paragoni, in una fase difficilissima per tutti gli italiani e per i calabresi che pagano un sistema sanitario del tutto inadeguato e inefficiente, in una fase in cui proprio il mondo del Terzo Settore è esposto al ciclone che travolge le persone anziane, disabili, malati gravi e gravissimi, poveri e fragili, e travolge le donne che pagano il prezzo più alto nel vedere gravare su di esse i diritti che le istituzioni continuano a negare.

A tutte le operatrici e gli operatori che, anche in questi giorni, continuano a prestare con sacrificio e abnegazione il loro servizio a fianco dei più deboli, nelle loro realtà e nelle loro strutture, anche mettendo a repentaglio la propria vita, manifestiamo la nostra totale e incondizionata solidarietà e ci schieriamo al loro fianco nell’avanzare qualsivoglia iniziativa tesa a garanzia dei diritti di donne e uomini calabresi.