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CATANZARO I lavoratori pubblici e del sociosanitario della Calabria in piazza il 3 maggio

  • Categoria: Sociale

SindacatiSindacatiI lavoratori pubblici e del sociosanitario della Calabria scenderanno in piazza il 3 maggio dalle 10 alle 14 a Catanzaro in Piazza Prefettura, per manifestare contro l’ennesimo mancato rinnovo del Contratto Nazionale, per rappresentare le tante vertenze aperte nella Regione che non danno risposte ai diritti dei lavoratori ed ai bisogni dei cittadini. Alla manifestazione saranno presenti i Segretari Generali Nazionali di Categoria, Dettori, Faverin e Torluccio. 

Per discutere e preparare la manifestazione, il 28 aprile alle ore 12, presso la sala del palazzo della Provincia in Piazza Italia, è stata convocata un’ assemblea unitaria. Come da programma, anche la Calabria rientra nelle manifestazioni e scioperi a scacchiera regionali stabiliti dalle Federazioni nazionali di categoria per contrastare l’azione del Governo che non ritiene di dover rinnovare il Contratto Nazionale, scaduto ormai da ben sei anni. La protesta include anche il contrasto ad una riforma della Pubblica Amministrazione non condivisa, fatta solo di tagli lineari e revisioni che riducono i servizi ai cittadini, li esternalizzano, chiudendo Uffici periferici strategici, bloccando ancora il turn-over, mortificando le professionalità, non valorizzando il merito, per perseguire l’unico vero obiettivo, cioè una riduzione della spesa pubblica  il cui peso è stato scaricato solo sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini che hanno subito i maggiori disservizi. Quelle messe in campo da CGIL CISL e UIL sono iniziative di mobilitazione e manifestazioni di contrasto alla politica di smantellamento e precarizzazione, avendo proposto già da tempo unitariamente piattaforme e correttivi alle riforme, nella convinzione che la pubblica amministrazione andasse certamente riformata, ma percorrendo iter condivisi con chi ne conosce funzioni, organizzazione e criticità. Peraltro, la  scelta di bloccare ancora, nuovamente dopo sei anni, il Rinnovo contrattuale omettendo di prevedere le risorse necessarie anche nel DEF, decreta in modo definitivo la posizione del governo di ignorare quale datore di lavoro i propri dipendenti, i loro bisogni e i loro diritti. Per questa ragione e sin dal mese di Gennaio, dopo l’ultima legge di stabilità, le categorie pubbliche di CGIL CISL e UIL hanno deciso di avviare percorsi di mobilitazione regionale (scioperi a scacchiera), per imbastire insieme alle rivendicazioni nazionali quelle che caratterizzano ogni regione, con l’obiettivo finale di proclamare lo sciopero generale nazionale, a fronte di un mancato e dignitoso stanziamento di risorse per il rinnovo contrattuale; ma anche per rilanciare la contrattazione decentrata e superare i vincoli della legge Fornero e garantire il ricambio dei lavoratori della Pubblica Amministrazione, ormai in media ultracinquantenni. FP Cgil, Cisl FP, Uil Fpl e Uil Pa Calabria hanno proclamato lo sciopero generale dei lavoratori pubblici e dei lavoratori del Sociosanitario privato, legando alla vertenza nazionale, la grande vertenza della Sanità in Calabria in cui il piano di rientro e il blocco del turn-over hanno reso inesigibile il diritto alla salute dei calabresi e inapplicabile la normativa sul rispetto del “giusto orario” per i lavoratori che perdono il loro diritto al riposo non potendo essere sostituiti. Infine, e non ultime come importanza, stanno dentro le motivazioni dello sciopero regionale tutte le vertenze che riguardano la riforma e la messa a regime degli Enti strumentali della Regione gravate da notevoli criticità, ma soprattutto le pesantissime ricadute sui  lavoratori e sui servizi ai cittadini derivanti dalle riforme degli assetti istituzionali che, con la riforma ancora non completata delle Province, hanno creato scenari inediti negli Enti locali, come ad esempio il mancato pagamento delle retribuzioni dei dipendenti (vedi i dipendenti della provincia di Vibo),  o la loro collocazione in ambiti  ancora indefiniti,  come i lavoratori dei Centri per l’impiego e della Polizia provinciale.  Atteso che tutte le criticità appena enunciate e  molte altre  non riguardano solo i lavoratori della funzione pubblica, ma si riverberano direttamente sul buon funzionamento o, a volte, addirittura sull’esistenza stessa dei servizi ai cittadini, riteniamo che la vertenza del pubblico impiego interessi non solo i lavoratori, bensì l’intera collettività.