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BAGNARA Proseguono le attività programmate per il recupero e la fruizione del sentiero francese o del vino

Mappa sentiero francese o del vinoMappa sentiero francese o del vinoProseguono le attività programmate per il recupero e la fruizione del sentiero francese, percorso ricco di storia e ricchezze naturali che lungo la massicciata del costone Gramà passa per l'antica grotta di San Sebastiano, arriva “o Monti” e confluisce nell'altro antico percorso denominato “il Tracciolino”.

Il progetto, per il quale la commissione straordinaria del comune di Bagnara Calabra con delibera n° 88 del 13.11 ha dato il patrocinio ritenendolo coerente con “le finalità istituzionali del Comune di Bagnara Calabra e con gli obiettivi e programmi dell'amministrazione, individuati nel recupero, tutela e valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, storiche, culturali e delle tradizioni”, è stato elaborato dal Lions Club Torre Ruggero di Bagnara calabra insieme al Dott. Ric. Geol. Rocco Dominici del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell'Università della Calabria, il C.A.I. Club Alpino Italiano e il Soccorso Alpino Stazione Aspromonte.

Dopo i primi rilievi ed escursioni fatti con l'ing. Enzo Recapi e i suoi colleghi del Soccorso Alpino, il Phd Geol. Rocco Dominici dell'Università della Calabria, avvalendosi delle notizie storiche raccolte nel libro del dott. Puntillo T., (2016- Il Baluardo di Cristo; Gioffrè V. 2014 – Abitare il paesaggio. Un nuovo Ciclo di Vita per la Costa Viola) e della E3, start-up universitaria, ha tracciato mediante il rilievo GPS il percorso dell'antico Sentiero. Questo sentiero, che i nostri avi utilizzavano per accedere alle vigne lungo la costiera, inizia subito dopo il tunnel di Murat e termina sui Piani della Corona. Il tunnel fù costruito nel 1806 ed è caratterizzato da una “finestra centrale” dove era piazzato un cannone da 8 basculante di 180° a protezione della baia di Rochi. In tempi più recenti il tunnel veniva utilizzato dalle Bagnarote per le vendemmie e permette il collegamento con la Grotta di San Sebastiano sito archeologico in cui è stata documentata una frequentazione sino dall’età del bronzo.

Il percorso del Sentiero del Vino si sviluppa per circa 2,5 km (dal Tunnel di Murat al Vallone dell’Olmo) con una pendenza media del 20%. Il tratto più impegnativo si sviluppa dal livello del mare fino a circa 300 m con una pendenza media del 51%  lungo una serie di gradini che collegano le vecchie armacìe. Oggi il percorso è quasi completamente coperto da una peculiare vegetazione caratterizzata da grandi arbusti di lentischio oggi piene di bacche rosse ed isolati olivi selvatici. L’analisi preliminare tuttavia evidenzia il forte degrado e frammentazione della vegetazione arboreo-arbustiva causata dagli incendi che hanno determinato la quasi completa perdita di alcune specie del SIC Costa Viola.

Lungo il sentiero sono presenti tre piccoli ruderi di cui rimangono solo parte dei muri perimetrali che un tempo potevano costituire delle postazioni di avvistamento per la salvaguardia dalle aggressioni saracene, a tutela soprattutto dell'Altopiano. In tempi ormai passati, per fortuna, sono stati utilizzati per la caccia agli “adorni” oggi finalmente possono diventare luoghi di bird-, whale-, swordfish- watching. Infine alla quota di circa 300 m il sentiero s’innesta ai terrazzi di Granaro, oggi coltivati a vigneto, che alcune centinaia di migliaia di anni fa erano le antiche spiagge della Costa Viola. Il percorso presenta in alcuni tratti delle zone pianeggianti in cui si possono osservare le tracce di antichi stazionamenti del livello del mare con piccole spiagge ghiaiose e falesie ricche di fossili che testimoniano il continuo sollevamento tettonico tra i più rapidi dell’intera area del Mediterraneo.

Esempi di questi repentini sollevamenti sono i terrazzi morfologici presenti dai Piani della Corona a Gambarie che sono uno degli elementi morfologici caratteristici della Costa Viola e della Calabria tutta. Infatti le montagne, in genere, non terminano con dei pianori. In questo caso il continuo sollevamento tettonico, prodotto dallo scontro tra la Placca  Ionica (il mar Ionio è la crosta oceanica più antica del pianeta) e la Micro-Placca calabra ha sollevato la costa tirrenica con velocità che per alcune decine-centinaia di migliaia di anni ha raggiunto valori di 4 mm/anno. I terrazzi sono spesso sdoppiati da scarpate che coincidono con importanti faglie che hanno prodotto nel passato recente (1783) terremoti catastrofici, grandi frane e onde di maremoto (6 febbraio 1783).

Dal Pianoro di Granaro, attraverso il versante orientale del Monte si passa nel Vallone dell’Olmo e da qui lungo un sentiero che cammina al bordo dei Piani della Corona da cui è possibile osservare e raggiungere la sottostante spiaggia di Cala Jancuia e del Leone … siamo però ormai dentro al Tracciolino. Dal tracciamento GPS seguirà la messa in mappa del percorso e la redazione del catasto dei sentieri che il Lions Club Torre Ruggero realizzerà attingendo alle competenze dei suoi associati per poi presentare insieme alle altre associazioni i risultati conseguiti e redigere le soluzioni possibili per rendere fruibile il sentiero e far conoscere uno degli scorci più belli della costa che Platone chiamò Viola oltre 2400 anni fa, perché rimase colpito dalla tonalità che assumono al tramonto il mar Tirreno, la montagna dell'Aspromonte e tutto il paesaggio circostante.

Si arriva cosi alla finalità ultima che spinge queste associazioni e professionisti a prestare il loro tempo e competenze gratuitamente per dare ai molti quello che oggi solo pochi possono godere. Infatti il Paesaggio della Costa Viola, quello che ammiriamo nei nostri tramonti estivi o in queste spettacolari giornate invernali, è il risultato di una combinazione unica tra una componente fisica (rocce, fiumi e torrenti, fondali, ecc.), socio-culturale (tradizioni, storia, beni architettonici, archeologia, ecc.,) ed ecologica (alberi, arbusti, coltivazioni, animali, pesci, ecc.). Quindi il Paesaggio, considerato in senso lato, diventa la Georisorsa (Geo-Heritage) su cui costruire una proposta Politica del Turismo  da custodire e valorizzare, ma prima di tutto ciò deve essere conosciuto. Ma come si può apprezzare e far apprezzare ai turisti ciò che la gente del posto disconosce?

Il sentiero francese o del vino, come continuazione naturale dell'altro antico percorso denominato il Tracciolino, non rappresenta semplicemente un “percorso (non una strada) da percorrere a piedi” (non a cavallo o con mezzi a motore) ma è una “Via da viaggiare” dove non conta l’arrivo o il tempo percorso ma le sensazioni, le conoscenze che il Paesaggio ti lascia nel cuore e nella testa. Questo percorso è uno strumento di osservazione e conoscenza del Nostro Paesaggio, dei suoi equilibri, peculiarità e criticità. L’osservazione e la conoscenza di questi elementi è la condizione necessaria per sviluppare un progetto turistico basato sulla gestione e valorizzazione del Paesaggio della Costa Viola. Un progetto turistico che leghi le notevoli risorse naturali del posto alla storia, alla cultura e ai prodotti tipici, sintesi della nostra arte del saper fare, e che consenti attraverso la crescita socio-culturale della popolazione nuove opportunità di sviluppo economico per una generazione nata in questa terra ma destinata ad emigrare. Oggi siamo nella “fase prima”, quella in cui l’Osservazione e la Conoscenza del Paesaggio, dei suoi equilibri, peculiarità e criticità deve far nascere l’idea di un Progetto di valorizzazione delle ricchezze naturali della nostra Costa Viola. Nel momento in cui il sole24ore ha dato la maglia nera alla provincia di Reggio Calabria, come peggiore provincia in Italia dove vivere, appare urgente e necessario comprendere cosa in questi decenni si è sbagliato e come procedere per non rifare gli errori del passato. Siamo infatti ultimi ma dovremmo essere i primi per quello che abbiamo e non sappiamo valorizzare forse anche perché lo disconosciamo.

La costa Viola è l'emblema di ciò che non viene valorizzato a dovere. Infatti, andando da sud verso nord, c’è la bellezza dello stretto di Messina ben visibile nel lungomare di Cannitello, il promontorio del forte dell'Altafiumara,  lo splendore di Scilla con il suo castello Ruffo e con la sua suggestiva Chianalea, c’è la bellezza austera di Bagnara con la sua storia millenaria dell'abazia normanna, dei suoi commerci che coprivano molte rotte del mediterraneo attraverso le flotte dei Florio e dei Patamìa, delle sue donne mai dome e delle sue antiche tradizioni gastronomiche (pesce spada, dolci quali il torrone, lo zibibbo), c'è Seminara con la sua ceramica e con la spiaggia della Janculla, tra le spiagge più belle del mediterraneo, il panorama mozzafiato della Collina di Sant’Elia, un vero e proprio balcone naturale sullo Stretto e sulle isole Eolie, c'è infine la storia di Palmi e dell'antica Taurena. In meno di trenta chilometri ci sono ricchezza naturali e socio-culturali che non hanno intere provincie italiane, ma siamo gli ultimi della graduatoria e non è certamente colpa di chi le stila.  

Red

Sentiero Francese - Foto e tracciatoSentiero Francese - Foto e tracciato