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1985: l’esordio di Alexander O’Neal

AlexanderAlexanderSiamo negli anni ’80 e in quel periodo fa il suo ingresso nel mondo della musica Alexander O’Neal, classe 1953, nato a Natchez (Mississippi) ma dagli anni ’70 residente a Minneapolis. Nel 1985 pubblica questo interessante album omonimo in cui ballate romantiche si alternano a pezzi dal sapore funky e dal ritmo coinvolgente. Contribuiscono alla buona qualità del disco i produttori Jimmy Jam e Terry Lewis, che negli anni precedenti erano rispettivamente tastierista e bassista del gruppo The Time, band sotto la supervisione di Prince.

Con loro c’è anche Monte Moir, che ha militato nella stessa band, e insieme creano un suono soul/R&B di grande impatto e nel tempo influente che farà la fortuna di tanti artisti di black-musicuna su tutti Janet Jackson. Una particolare menzione meritano gli arrangiamenti: tastiere sintetiche e drum-machine usate con classe e unite a ottime percussioni oltre che arpeggi di chitarre elettriche semplici e incisivi. Il tutto a servizio della vocalità di Alexander O’Neal, calda e dal forte impatto emotivo.

Tra i pezzi migliori vanno ricordate ballate come A BrokenHeart Can Mend, IfYouWere Here Tonight, Look atusNow ma non sono da menoi brani funky in particolare il medley Innocent/Alex 9000/Innocent II, in cui Jam e Lewis superano sé stessi dando vita a un pezzo ballabile e senza freni. Notevole anche la presenza di Jellybean Johnson, anche egli nella band di Prince, ottimo chitarrista che ci offre assoli memorabili. I tre singoli portanti del disco entrano nelle prime 20 posizioni della classifica R&B statunitense, mentre l’intero disco ottiene un buon successo di critica e pubblico anche in Inghilterra dove viene premiato con il disco d’oro.

Pur sfoggiando suoni sintetici tipici di quel periodo l’album risulta convincente e dal buon standard qualitativo in quanto gli arrangiamenti rendono giustizia alle qualità vocali di O’Neal, artista in grado di regalare grandi emozioni e di collocarsi sulla scia di altri eleganti soul-singersdegli anni ‘80 come Luther Vandross e Freddie Jackson. Dopo questo disco il vocalist ritornerà con l’apprezzabile “Hearsay”(1987) e con altri lavori nel decennio successivo anche se non allo stesso livello dei primi. Il duo Jam & Lewis invece proseguirà con successo la sua carriera grazie a un suono  che diverrà la colonna sonora della black-music anni ’90 piazzando nelle classifiche americane (e non solo) numerose hits discografiche.

Francesco Favano