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Il Rischio Idrogeologico della Costa Viola, da problema a opportunità di sviluppo: la sfida de "Le Officine di Bagnara"

offoffIl Rischio Idrogeologico e Costiero della Costa Viola nel PAI-2016: da problema a strumento di sviluppo economico-sostenibile

Partecipiamo alla vita DELLA “POLIS” da “cittadini”, attraverso la presa di coscienza dei problemi del paese e l’individuazione delle risorse da utilizzare per trovare soluzioni. Per svolgere un’azione di “CITTADINANZA-ATTIVA” serve del tempo, per acquisire ed analizzare informazioni e poi confrontarsi in PUBBLICO.  I temi che affrontiamo sono critici: la sicurezza degli edifici, l’acqua … domani il Rischio idrogeologico e dopodomani Rifiuti, i Servizi, ecc.. E’ un lavoro che facciamo dal 17 marzo del 2016 all’interno delle mura aperte delle Officine, giorno dopo giorno, con tenaglie per tagliare, martelli per modellare, fondendo pezzi vecchi o trovando nuovi materiali per creare strumenti che ci aiutano a CAPIRE.

Il nostro volere è sempre lo stesso. Costruire il senso di essere una COMUNITÀ attraverso la CONDIVISIONE della CONOSCENZA su problemi e soluzioni. La Nostra Speranza è quella che questa Nostra Azione possa trovare più spazio rispetto alle “discussioni” su equilibri instabili, strategie tipo Risiko, trucchi e pettegolezzi, folklore. La Nostra speranza è che gli accordi su e tra persone derivano dalla presa di coscienza dei problemi reali e nascosti di questo Territorio e di questa Comunità. La Nostra speranza è quella che le nostre riflessioni riescono a modificare o integrare una linea di Conservazione che sembra prendere piede sempre di più rispetto alle necessità ed al volere di molti cittadini fin troppo silenziosi. Ed eccoci a presentare i punti fondamentali del lavoro estivo delle Officine. Si tratta di una breve sintesi di dati ufficiali e di una riflessione che avremo modo di sviluppare pubblicamente.

Il Rischio Idrogeologico della Costa Viola: da problema a opportunità di sviluppo.

off - Copiaoff - CopiaIl Piano Stralcio di Assetto  (di seguito PAI) coordinato al “Piano Stralcio per l’erosione Costiera” (di seguito PSEC) rappresenta uno strumento sovraordinato alla pianificazione urbanistica comunale  (Piano Regolatore o Piano Strutturale Comunale, Piani di Lottizzazione, Piani Spiaggia, ecc.). Il PAI e PSEC sono degli strumenti conoscitivi, di pianificazione e programmazione per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico e Costiero che da sempre rappresentano uno dei processi che condizionano lo sviluppo del territorio. L’Autorità di Bacino Regionale (ABR) è un’unità “autonoma” della Regione Calabria che ha elaborato il PAI e PSEC in collaborazione con Enti di Ricerca, Università e Tecnici. La funzione dell’ABR è quella “di indirizzare, coordinare e controllare le attività di pianificazione, di programmazione e di attuazione inerenti  bacini idrografici; tutela delle acque; …” per consentire lo sviluppo del territorio, mitigando i rischi idrogeologici e costieri, con il fine primario della SALVAGURADIA DELLA VITA. Il PAI e PSEC, come gli altri strumenti di pianificazione e sviluppo del territorio, sono percepiti TROPPO SPESSO come un semplice elenco di vincoli, dimenticando la loro funzione di strumenti di PREVENZIONE e di COSTRUZIONE di basi solide per uno SVILUPPO SOSTENIBILE e CONSAPEVOLE del TERRITORIO.

Pensiamo quanto FRANE, ALLUVIONI ED INONDAZIONI condizionano i collegamenti da e per Bagnara; Pensiamo come l’evento del 9 agosto, ai limiti dell’eccezionale (100 litri per metro quadro), ha creato danni a condotte fognarie, strade ed acquedotti e conseguenze alle attività di ristorazione, lidi, hotel, pasticcerie, bar e alla popolazione CHE NON AVEVAVA L’ACQUA PER LAVARSI. Ma pensiamo anche, come l’evento del 01/11/2015 con una piena della F.ra Sfalassà che ha superato i 300 litri/secondo ed un accumulo di detriti grossolani di oltre 45.000 mc non ha determinato nessun danno, grazie ad un’opera finanziata dalla Regione. Un’opera “impattante” che ha previsto la cementificazione del tratto finale dell’alveo consentendo di aumentare la velocità dell’acqua a 40 km/h. Con questa velocità i detriti vengono trasportati fino alla foce, limitando l’accumulo sotto il ponte stradale di Via Pizzolo, impendendo così l’esondazione e l’allagamento di Pizzolo e “Baetta”. Un’opera che oggi, dopo quella piena, necessità di interventi importanti. Interventi come il “ripristino” della sua funzione, riparando i danni provocati dalla piena ed integrando con altre opere tali da poter ridurre ancora il Rischio e l’IMPATTO AMBIENTALE. Un’opera che è stata prevista dalla Regione grazie a solleciti pervenuti da singoli cittadini/e, dal mondo tecnico e politico. Un’opera che ancora non è stata progettata. Una progettazione che dovrà rispondere alle necessità di un territorio complesso come quello di Bagnara. Un’opera che dovrà tenere conto di ciò che è accaduto a monte, dove sono presenti opere di regimazione idraulica pensate e progettate oltre 20 anni fa. Un’opera che dovrà valorizzare la F.ra Sfalassà come BENE PAESSAGGISTICO-ECOLOGICO-GEOLOGICO.

La PREVENZIONE del Rischio non è solo un dovere dello Stato che attua la propria azione sul territorio attraverso l’ente COMUNE al fine della salvaguardia della pubblica incolumità, ma deve essere un agire consapevole di TUTTI per creare le condizioni di uno sviluppo economico ed urbano, SOSTENIBILE. Oggi, dopo 15 anni, grazie ad una sinergia tra Enti Pubblici e di Ricerca ed il mondo Tecnico viene aggiornato il PAI. Oggi, si chiede ai Comuni ed in particolare agli Uffici Tecnici Comunali, di intervenire, di osservare, di controllare, di verificare, di interagire nell’aggiornamento del PAI con l’intento che almeno stavolta deve diventare uno strumento per lo sviluppo SOSTENIBILE del territorio.

Gli strumenti necessari in questa azione di aggiornamento del PAI sono: LA CONOSCENZA del TERRITORIO; LA DIGITALIZZAZIONE di DATI TERRITORIALI; La SENSIBILITA’ POLITICA per affrontare situazioni di elevata criticità per il BENE COMUNE. Oggi il PAI ed il PSEC, la nostra COSCIENZA e CONOSCENZA ci dicono ed impongono che dobbiamo AGIRE perchè La Costa Viola è ad ELEVATO RISCHIO IDROGEOLOGICO. Il territorio comunale di Bagnara registrava ben 42 frane nel 2001, diventate 52 nel 2016. La superficie totale passa da 1,6 km2 a 3,14 km2. Per dare un idea, si passa dal 2001 al 2016 da superficie di aree in frana pari a 360 campi di calcio a quella di ben 630 campi di calcio. L’aumento delle aree si registra in località Gramà e Dora (il porto) e lungo la SS18. La SS18 diventa un’area critica in cui tra Bagnara e Scilla si registrano ben 43 aree in frana, per un totale di 4 km2. Questi sono i numeri che sintetizzano il problema del RISCHIO IDROGEOLOGICO nei territori comunali di Bagnara Calabra e Scilla. Ci dicono quanto già fondamentalmente sappiamo ed oggi ci danno la dimensione della CRITICITA’.

La sfida sarà quella di “programmare prima e progettare dopo” uno sviluppo del territorio corretto e sostenibile, sfruttando le risorse comunitarie e ministeriali che Stato e Regione mettono a disposizione.

Cosa va fatto? Ripristino dell’equilibrio geomorfologico, idrogeologico e dell’uso del suolo (esempio ripristino dei terrazzamenti integrati ad interventi puntuali); Progettazione di interventi INTEGRATI di mitigazione di RISCHIO (esempio: riutilizzare i detriti della Fiumara per far crescere la spiaggia); Analisi COSTI/BENEFICI a breve e medio-lungo termine per i singoli interventi (esempio: intervenire dove è necessario e più utile). Non sono semplici opere campate in aria. Si tratta di opere ed attività che già vengono programmate e realizzate in altri territori calabresi in ottemperanza a specifici norme e leggi dello STATO ITALIANO. Oggi è possibile tutto questo anche a Bagnara! Oggi possiamo utilizzare le criticità del territorio per progettare uno SVILUPPO SOSTENIBILE. Oggi esistono strumenti, professionalità ed Enti che consentono di operare scelte strategiche ma è necessario uscire da limiti mentali imposti dalle politiche locali; è necessario passare da progetti che prevedono interventi locali e di facciata a progetti di ripristino degli antichi equilibri naturali che permettevano di conservare la bellezza e ricchezza di questo Territorio. Il punto in cui siamo arrivati è un punto di non ritorno. Alle generazioni future stiamo per lasciare un disastro. Il punto in cui siamo arrivati ci impone per:

CONOSCENZA dei problemi e delle soluzioni; per l’ORGOGLIO di appartenere a questa terra; per la COSCIENZA che ci inchioda sulle nostre responsabilità; per la  DISPERAZIONE di aver costretto i nostri figli ad andare via; di puntare su menti e progetti innovativi, che uniti all’esperienza di quei Bagnaresi “attaccati” alla propria terra ed al proprio mare, riusciranno a trasformare un problema come il Rischio idrogeologico in una opportunità di sviluppo economico e urbano, SOSTENIBILE.

Parleremo di questo pubblicamente a Novembre. Date e luoghi saranno comunicati entro la fine del mese.

da "Le Officine di Bagnara" riceviamo e pubblichiamo