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Rifiuti, Santelli firma l'ordinanza ma Falcomatà non ci sta

sindaci-rifiiutisindaci-rifiiutiOggi la conferenza dei sindaci della Città metropolitana per siglare un documento condiviso da presentare alla Regione

La Santelli emana e Falcomatà risponde; il tema è l’emergenza rifiuti sull’intero territorio regionale. La presidente della Calabria ha infatti emanato a riguardo un’ordinanza, la numero 45 da inizio emergenza coronavirus, al fine di garantire la corretta gestione della spazzatura .Tale provvedimento stabilisce che «il servizio pubblico essenziale della raccolta e del trattamento dei rifiuti urbani non può essere in alcun modo interrotto, sia per caratteri di universalità e di non escludibilità, ma soprattutto nell’attuale contingenza della pandemia in corso di Covid che impone ulteriori misure di prevenzione e precauzione per la tutela della salute umana».
In riferimento specifico alla Città metropolitana di Reggio Calabria, si ordina di «procedere entro 20 giorni successivi all’emanazione dell’ordinanza alla pubblicazione della gara per l’affidamento del servizio di gestione degli impianti di Siderno e Gioia Tauro, unitamente ai lavori di riefficientamento necessari a garantire la completa funzionalità del termovalorizzatore e l’adeguamento alle migliori tecnologie possibili». Si aggiunge, inoltre, che entro 10 giorni si dovrà procedere all’individuazione di siti di stoccaggio temporaneo dei rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento dei rifiuti urbani.
Punto per punto il sindaco Falcomatà, insieme ad una delegazione di sindaci della Città metropolitana riunitasi quest’oggi a Palazzo Alvaro, risponde nella fermezza di non poter seguire i dettami del provvedimento e per questo si cerca in giornata di arrivare ad una decisione unitaria dei primi cittadini, in modo da avanzare proposte proficue alla presidente Santelli tramite un documento condiviso.
«Come prima cosa – esordisce Giuseppe Falcomatà in conferenza stampa - la Città metropolitana ha competenza sul ciclo integrato dei rifiuti soltanto dal 1 gennaio 2020 e non da novembre, come è stato evidenziato nell’ordinanza. Da gennaio, sono state avviate tutta una serie di attività tra cui l’individuazione dei siti, dei contatti con gli impianti, richieste di attivazione dei lavori della discarica di Melicuccà».
È a questo punto, che come afferma Falcomatà, si è innescata l’emergenza coronavirus, per cui in piena fase 1 si è garantito un normale conferimento dei rifiuti in discarica.
«Le città erano tornare ad un livello di normalità sotto il profilo dell’igiene urbana. Sapevamo, però, che le ordinanze sarebbero scadute ed è per questo che abbiamo chiesto due interlocuzioni alla Regione per risolvere l’urgenza di scaricare».
Con questa ordinanza, sempre secondo il sindaco, viene meno l’ipotesi di scaricare i rifiuti in Puglia e si dispone che la società Miga srl, del gruppo Sovreco, riceva giornalmente, per 60 giorni, 300 tonnellate di rifiuti provenienti e dagli impianti di trattamento regionali, pubblici e privati al servizio del circuito pubblico, a fronte delle 800 tonnellate prodotte da tutti gli impianti pubblici e a servizio, quindi meno del 50% dell’ordinario.
«In questo modo – aggiunge Falcomatà – non solo non garantiamo l’ordinario, ma non possiamo liberare le strade cittadine da circa 6mila tonnellate di rifiuti che in 20 giorni si sono accumulati. Le procedure dettate dall’ordinanza, inoltre, scadono il 20 luglio e viene data a noi anche l’incombenza per individuare i siti di stoccaggio dei rifiuti, cosa non facile soprattutto dal punto di vista di tutta una serie di attività per rendere il sito sicuro per l’aspetto ambientale e sanitario. Questa ordinanza, oltre ad essere tardiva, è parziale perché non risolve il problema - esclama Falcomatà – Per di più, già da novembre avevamo evidenziato la volontà di uscire dal monopolio dei privati e rifarci a discariche pubbliche, con la garanzia dell’ordinario».
Per quanto riguarda, ancora, l’ok della Regione per attivare i conferimenti presso la discarica di Melicuccà per una volumetria pari a 90mila mc, Falcomatà si mostra perplesso circa la previsione di una serie di adempimenti in tempi scadenziati, in capo alla Città metropolitana, che determinano «la necessità di fare in 20 giorni ciò che la Regione non ha fatto in 20 anni».
I sindaci, come dimostrato stamane, non possono ritenersi soddisfatti del provvedimento,«che sancisce il primato della burocrazia sulla politica, perché affronta in maniera esclusivamente tecnica, problematiche che invece richiederebbero scelte politiche nette e coraggiose».
«L’ordinanza – conclude il sindaco Falcomatà – non produrrà effetti immediati per i cittadini e dimostra nei fatti che la Città metropolitana di Reggio Calabria non avrebbe potuto agire secondo la normativa vigente».
Si attende, dunque, il documento condiviso dai sindaci, che porterà ad un confronto finale con la Regione su un tema più caldo che mai ed in piena emergenza sanitaria.
 
avvenire.it
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