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PALMI Oggi, giovedi 16, la grande Festa di San Rocco: un culto affascinante e radicato

San Rocco di PalmiSan Rocco di PalmiPALMI CALABRO (RC) - Quando è iniziato il culto di San Rocco a Palmi è  difficile dirlo con esattezza, anche perché dal punto di vista religioso 
la chiesa non ha avuto un ruolo importante nella storia della città non 
essendo neanche parrocchia. Ben altra invece l’importanza assunta dal 
culto che sempre è stata caratterizzata dalla corale partecipazione 
della cittadinanza palmese.
La prima notizia si ricava dal “Liber Mortuorum” della chiesa  parrocchiale di San Nicola dove, in data 22 Luglio 1645, viene annotata la morte di tale Domenico Nastasi che venne sepolto nella chiesa di San Rocco.Nel 1777 venne fondata la congrega dell’Immacolata Concezione di Maria e di San Rocco. Tale denominazione non trova una giustificazione apparente se appena 30 anni prima, nel 1740, in una dichiarazione dell’arciprete Bruno Trafiletti che supplicava il pontefice Clemente XII a elevare la chiesa arcipretale al rango di collegiata, la chiesa di San Rocco così veniva menzionata senza abbinarvi altri culti.
 
LA STATUA DI SAN ROCCO DI PALMI: non si sa quando e da chi la statua di San Rocco di Palmi sia stata costruita. Poiché la chiesa sembra non avesse subito gravi devastazioni nei terremoti dal 1600 al 1908, tutto fa pensare che debba risalire almeno al ‘600, ma non vi sono elementi oltre alle caratteristiche stilistiche ad avvalorare tale tesi.La statua è scolpita su legno di tiglio sul quale vennero applicati gli stucchi che ne modellano i particolari. La carnosità delle parti scoperte e le ampie pieghe degli abiti da pellegrino danno l’idea di uno stile barocco anche se contenuto.Trenta anni fa, in seguito alla scoperta di alcune screpolature verificatesi nello stucco, il Comitato dei festeggiamenti fece esaminare minuziosamente la statua ed aveva deciso di commissionare una copia ai maestri del legno di Ortisei che doveva però essere “una goccia d’acqua” con la statua originale, per poterla sostituire durante la processione. Il tentativo finì male: la statua fornita non assomigliava per nulla a quella del Santo tanto amato dai palmesi ed il Priore del tempo della Congrega, signor Rocco Cambrea, assieme al presidente del Comitato signor Scidone, rispedirono indietro il fac-simile della statua di San Rocco abbandonando l’idea della sostituzione che, tra l’altro, aveva suscitato non poche polemiche tra i fedeli.
 
LA FESTA: i festeggiamenti registrano due particolari momenti: uno religioso, organizzato dalla Congrega e l’altro civile allestito dal Comitato dei festeggiamenti. Quelli religiosi hanno inizio con la novena e culminano nella processione del Santo ogni 16 di Agosto; quelli civili si articolano nelle tre giornate dal 14 al 16, allorquando Palmi si sveglia al suono dei tamburi che accompagnano i giganti, e con le note di bande folkloristiche, per concludersi con i fantasmagorici fuochi pirotecnici che vengono sparati dopo la mezzanotte nello spazio antistante il cielo del monte Sant’Elia che sovrasta e protegge Palmi. La sera del 12 Agosto, la statua di San Rocco viene portata giù dalla nicchia posta sull’altare laterale a destra di quello maggiore. La statua con un carrello mobile viene fatta scendere lentamente sulla “vara” come viene denominata la base su cui San Rocco verrà portato poi a spalla per le vie della città, il giorno della festa. Il Priore provvede a spolverare la statua dopo averne assicurato con quattro bulloni le basi. Incominciano quindi le giornate di preghiera e di fede da parte dei fedeli i quali, specialmente le donne, dedicano l’intera giornata al Santo intonando preghiere e canti. Incomincia pure l’offerta degli ex voto, parti anatomiche in cera, in argento, neonati di cera, e da qualche anno anche volumi di testi universitari in cera. La festa entra nel suo culmine il 16 Agosto all’alba con la “Vestizione”.
 
IL TRASPORTO DELLA STATUA: Le due stanghe sono lunghe 6 metri e mezzo ciascuna. Anticamente i portatori erano 28, poiché la statua era resa più pesante dall’esistenza alla base di una grata di ferro che reggeva pesanti ceri. Attualmente oscilla da 22 a 24, considerato che alcuni di essi, si affiancano ad altri o si mettono nei pressi della “Vara”, volendo con questa azione ipotecare una loro possibile partecipazione al trasporto del Santo, nel ruolo di portatori, che si tramanda da padre in figlio e che cessa soltanto per estinzione della famiglia o per concessione degli eventi diritto nei confronti di chi ha un voto da adempire.
 
GLI SPINATI: intanto, all’esterno della chiesa incominciano a giungere le prime cappe di spine che verranno indossate da coloro che hanno fatto al Santo tale voto. Gli spinati compaiono specialmente a Palmi, dove la processione del Santo viene preceduta da una lunga teoria di uomini e donne che indossano cappe o corone di spine, camminanti a piedi scalzi e con una grande immagine di San Rocco sul petto, sulla quale tengono le mani incrociate. La cappa di spine, che richiama l’idea della nassa (attrezzo che serve ai pescatori per pescare), viene costruita dagli stessi fedeli che tagliano lo “spalas”, come viene chiamata questa pianta, che non è che una specie di ginestra che cresce sui costoni del Sant’Elia, il monte che sovrasta Palmi.E’ toccante la descrizione che ne ha fatto lo scrittore palmese Domenico Zappone: “Per San Rocco le ginestre si mutano in rovi, puntiglioni, chiodetti, aguzzissime schegge di vetro, fan paura a guardarsi”. I contadini le stroncano alle radici e le dispongono, legandole attorno a decrescenti cerchi di canna, con salici e vermene. Le trasportano davanti alla chiesa dove alle quattro del pomeriggio vengono i penitenti  per sciogliere il voto in pantaloni bianchi e a piedi scalzi e subito si levano la camicia che consegnano ai familiari in lacrime e si dispongono su due file (non sono mai meno di 300); poi, aiutati dagli amici, si calano dalla testa sulle carni nude, tenendo ben fermo, con le braccia incrociate sul petto, un’immagine di San Rocco, le orrende cappe, che subito li fan sanguinare per punture e graffi sul corpo. Ma che importa! Per San Rocco si può sopportare questo ed altro. Finalmente un mortaretto squarcia il cielo e la statua, alle 18:00 in punto di giovedi 16 Agosto, si affaccia al porticato. Sotto le lunghissime stanghe fan ressa uomini che si tramandano quell’onore da padre in figlio, come un diritto inalienabile. I tamburini impazziscono, le campane si spezzano, le donne sfondandosi il petto, dicono: “Come siete bello San Rocco! Sembrate un cavaliere, un regnante. Evviva Santu Rroccuzzu meu”. Giovedi 16 Agosto a Palmi sarà festa grande all’insegna della religiosità. Un culto affascinante e radicato.

di Sigfrido Parrello

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