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CALCIO Addio Italia, sei morta soffrendo ma ti sei umiliata

1 1 Buffon in lacrime specchio della malinconia italiana1 1 Buffon in lacrime specchio della malinconia italianaÈ finita. Il tempo si ferma, inesorabile. Lacrime, dolore e sconforto. L’Italia è un Paese fondato sul calcio e oggi abbiamo perso le nostre fondamenta. È difficile raccontare la pagina più nera del nostro calcio. Perché sì, il 58’ era un’altra cosa, un’altra storia. Qui si parla di distruzione totale. Pensate alla colonna sonora più malinconica mai creata, perché questa è l’atmosfera. Tristezza di campioni del mondo in lacrime, di giovani promesse distrutte e di un popolo che ha perso tutto.

Fa male uscire così, dopo aver giocato da Italia, dopo aver dato tutto, messo in campo: bravura, cuore, passione e denti stretti. Non è facilmente accettabile di essere usciti contro una squadra pessima, che non meritava ciò per cui ha festeggiato sul prato del Meazza. Noi con più di venti tiri in porta siamo rimasti a secco, loro con un solo tiro sono ai Mondiali. Tutto per i primi novanta minuti, per quella maledetta partita, interpretata male e giocata peggio. Per un ct che non motiva la squadra, che non riesce a far giocare tutti i migliori riducendosi a lasciare in panchina Insigne fuori quando ormai, a San Siro, non c’era più speranza. Analizzare ciò che è stato compiuto ieri è inutile e riduttivo. L’Italia ha giocato la partita perfetta, ma senza fortuna. Gli errori si pagano, ma così è una lacerazione al cuore.

In un modo o nell’altro salterà Ventura e con lui dovrebbe abbandonare la nave anche Tavecchio, ma intavolare discorsi su cosa ci sia di sbagliato nel movimento azzurro non ha senso. Adesso è finita e guardare indietro è effimero. Anno zero. Serve un traghettatore per poi riabbracciare Conte o prendere Allegri o Mancini, oppure chiamare fin da subito Ancelotti. Ventura e Tavecchio si meritano di andare a casa e di vergognarsi per il male che hanno inflitto alla Nazionale. Addio Italia, o  meglio, arrivederci. A quando tornerai a essere la vera Nazionale. Ora bisogna riflettere e soffrire, perché solo nel dolore ci rialzeremo. Siamo stati privati delle notti magiche, delle estati scandite dall’Italia Mondiale e dai brividi che tutti noi avevamo, vedendo i nostri scendere in campo. L’anno prossimo, invece, non ci rimarrà impresso niente. I mondiali scandiscono la nostra storia e quella di chi verrà, ma oggi tutto ciò s’è trasformato in angoscia.

Non resta che ritagliare un piccolo spazio per dire grazie a chi ha reso grande la nostra Nazionale e oggi lascia nel peggiore dei modi senza meritarsi tutto questo. Grazie Buffon perché con te ci siamo sentiti sicuri, perché ti abbiamo visto crescere e gioire con una maglia che ti calzava a pennello. Grazie De Rossi perché sei stato il guerriero di tutti noi, lottatore in mille partite, emblema e orgoglio di una Nazione che a denti stretti vince. Grazie Barzagli perché da leader silenzioso hai saputo indossare la maglia azzurra senza mai sfigurare, dando tutto e soffrendo fino all’ultimo. Dobbiamo ripartire da ciò che di buono facemmo quando le avversità provavano a distruggerci. Nel 2006 vincemmo un Mondiale con un calcio in rovina, lacerato da Calciopoli. Prendiamo esempio da quella situazione in cui il cuore e la passione azzurra riuscirono a superare ogni barriera, perché solo così potremmo rialzarci e tornare a essere Italia.

Paolo Messina

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