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La UIL bacchetta la politica regionale

Nuccio Azzarà UILNuccio Azzarà UILMentre aumenta il divario tra la Calabria e le restanti regioni d’Italia, si registra un calo preoccupante degli occupati, cresce esponenzialmente il numero dei giovani che emigrano verso il nord o all’estero, il dato Svimez sancisce che l’economia calabrese è in recessione (-0,3% di crescita), si è consolidata una irreversibile crisi strutturale a poche settimane dalle elezioni regionali la confusione più invereconda regna sovrana all’interno delle varie forze politiche incapaci di formulare analisi e programmi.

Con una Calabria allo sbando dove forte dovrebbe emergere la urgente necessità di essere governata in tutti i suoi settori nevralgici, la politica o quello che di essa rimane, attende, tergiversa e perde tempo prezioso sul crinale del più bieco personalismo. Questa è una regione che non suscita più l’interesse di nessuno, si intravede chiaramente che quanti aventi titolo hanno preso le distanze sia a livello nazionale che in loco, rimane poco da salvare in un mare di ignavia, mediocrità ed insipienza. I pochi punti di riferimento, provenienti dalla società civile, in grado di dare una mano e pensare di poter cominciare a costruire qualcosa, ad uno ad uno si stanno sfilando inesorabilmente. Siamo condannati al degrado, all’isolamento, alla marginalità sociale e civile, intere comunità abbandonate a loro triste destino, vengono meno, finanche, le istituzioni che appaiono ripiegate e distratte. Insiste il valoroso esempio di uomini e donne all’interno dei vari contesti sociali, i quali pervicacemente resistono nel loro sacrificio alfine di tenere in vita la flebile fiammella della speranza. L’impegno, poi, per il rispetto delle regole e della legalità più in generale, assume sempre più i connotati di una battaglia di nicchia per “capitani coraggiosi”, una lotta impari e pericolosa sostenuta da una sparuta minoranza guardata in cagnesco dai più. I cittadini sono oramai stanchi e delusi, convinti che la corruzione ed il malaffare, per come più volte detto da autorevoli magistrati, sia dilagato permeando i gangli vitali dell’intera società, istituzioni comprese (EE.LL. e AA.SS.PP. sciolte per mafia), condizionando l’economia e truccando l’esito e l’andamento di elezioni locali e regionali. Alla luce di questo scoramento generale, ci sarebbe bisogno più che mai, di quello che Italo Falcomatà definiva: “l’esempio è la fonte del pensiero successivo” di cui sembra aver smarrito ogni traccia la politica che in Calabria è prigioniera e ostaggio di chi non riesce o non vuole fare alcun passo indietro. In questa desolante e drammatica situazione lascia sbigottiti, inoltre, il modus operandi del sedicente “nuovo che avanza” del movimento (sempre più partito) 5S risultante incapace di intercettare la necessità di cambiamento, sorpreso ed intento a discettare con bilancini di precisione al seguito, deludendo oltre che i propri aderenti anche parte della gente di buona volontà che ad esso guarda con molto favore. E’ avvilente che i vertici dei 5S abbiano ritenuto di abbandonare la Calabria a se stessa (almeno così appare) in quanto eccessivamente timorosi per una probabile sconfitta elettorale, trincerandosi dietro alchimie di personali che non fanno onore alla storia ed alla tradizione del movimento. Quella dei vertici romani, altresì, prescindendo da leguleie valutazioni statutarie, è da considerarsi una sonora bocciatura della nutritissima compagine parlamentare eletta in Calabria la quale, peraltro, non sembra così entusiasta dal cimentarsi nell’agone politico regionale (facendo le debite distinzioni). Se anche il Movimento si esprime in modo “ragionieristico”, se anch’esso calibra la presentazione di una lista o la candidatura a governatore dalle shance di affermazione, beh allora veramente per la nostra regione è suonato l’ultimo ed inesorabile campanello d’allarme. Questa è una terra che ha bisogno di uomini e donne che abbiano a cuore i destini della loro gente, necessita di politici disponibili a restituire quanto generosamente ottenuto dai calabresi. Anche se può apparire “politicamente corretta” la sintesi ricompresa nella frase del senatore Morra: “per la Calabria serve più di ciò che oggi possiamo offrire”, mi sento di dire che tale posizione non è rassicurante, allorquando è indispensabile affermare il significato di una azione di rappresentanza e di una battaglia civile il cui valore è a prescindere. Questo è il momento della necessità, dello “stringersi a coorte” dove il meglio dei calabresi è chiamato a rispondere (nei contesti politici e negli ambiti sociali che più gli sono consoni), all’ultimo appello per iniziare a cambiare la Calabria…prima che sia troppo tardi.  

Riceviamo e pubblichiamo - Il Segretario Generale (Nuccio Azzarà) 

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