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REGGIO CALABRIA Ordine delle Professioni Infermieristiche: "Improrogabile la rifondazione del Servizio Infermieristico del G.O.M. di RC”

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"Lasciate alle spalle le vecchie idee di ausiliarietà, almeno nello sviluppo teorico e professionale, la figura di infermiere dirigente ha trovato la sua giusta collocazione, anche se negli anni non sono mancati alti e bassi, crisi e riformulazioni, prese di posizione e scatti in avanti di consapevolezza di un cambiamento oramai necessario e inarrestabile.

Sono cambiati i bisogni di salute della popolazione, ma anche le necessità organizzative e le aspettative degli stessi infermieri; infermieri laureati, con dottorato di ricerca, master di I e II livello professionalizzanti e specifici per alte competenze; anche nell’area dirigenziale si è evidenziata, quindi, la necessità d’infermieri dirigenti preparati e formati alla specifica governance dell’assistenza infermieristica a salvaguardia del sistema salute. Gli stessi sviluppi futuri sono legati, anche, alla crescita professionale (sia manageriale che clinico-assistenziale) degli infermieri, collegata alle nuove competenze e alle specialistiche capaci di meglio sviluppare la continuità “ospedale-territorio” e i nuovi modelli d’assistenza in linea con l’attuale quadro demografico ed epidemiologico.

La normativa che prevede la dirigenza infermieristica esiste, oramai, da ben 18 anni, disciplinata dalla legge 251/00 (“Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica”) che, all’art. 7, contempla l’istituzione della dirigenza delle professioni infermieristiche. In attesa dell’entrata a regime della specifica disciplina concorsuale, la medesima legge prevede disposizioni transitorie grazie alle quali le Aziende sanitarie possono procedere, comunque, all’attribuzione degli incarichi di dirigente dei Servizi dell’assistenza infermieristica e ostetrica «attraverso idonea procedura selettiva tra i candidati in possesso di requisiti d’esperienza e qualificazione professionale predeterminati». Detta normativa prevede che «gli operatori delle professioni sanitarie dell'area delle scienze infermieristiche e delle professioni sanitarie svolgano con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura e alla salvaguardia della salute individuale e collettiva, espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei relativi profili professionali nonché dagli specifici codici deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per obiettivi dell'assistenza».

In tutte le Aziende sanitarie, è il Servizio infermieristico e tecnico (diversamente denominato da Azienda ad Azienda) il luogo di governo del dirigente infermiere che organizza e coordina il personale infermieristico, ostetrico, tecnico sanitario, riabilitativo e della prevenzione, oltre che gli operatori di supporto. La direzione di questo Servizio è, generalmente, affidata a un infermiere, ma, a seconda del contesto, potrebbe anche essere assegnata a un’altra figura professionale tra quelle appena citate. Molte, però, le disomogeneità presenti nel territorio nazionale, nella struttura organizzativa di dirigenza infermieristica e delle professioni sanitarie, troppo spesso soggetta a “interpretazioni” e a volte negata.

In Calabria, poche Aziende hanno proceduto all’applicazione di detta disposizione normativa. Se non altro, però, tutte hanno previsto l’istituzione del Servizio infermieristico (magari senza prevederne il relativo dirigente, come da disciplina, in capo ad essa) delegando al detto Ufficio la gestione autonoma delle professioni sanitarie. Gli Ospedali Riuniti - oggi G.O.M. “BMM” di R.C. - non hanno fatto eccezione: infermieri e tecnici sanitari hanno sempre trovato spazio d’autogestione organizzativa grazie alla Direzione del Servizio infermieristico assegnata con delega ai professionisti più titolati, con o senza deliberazione di “posizione organizzativa”.

Purtroppo, però, con la nomina dell’attuale direttore generale, dr. Francesco Antonio Benedetto, il Servizio infermieristico - nel frattempo ridenominato “Ufficio di coordinamento attività professioni sanitarie” - viene privato delle funzioni fino ad allora espletate, che, di fatto, vengono assunte dalla Direzione sanitaria aziendale, ossia da personale medico che, ad oggi, non ha mai ritenuto di avvalersi del contributo dei professionisti presenti nel preposto Ufficio, anche se lo stesso Servizio risulta collocato all’interno della medesima Direzione sanitaria aziendale. “Usurpando”, anacronisticamente, uno spazio di stretta competenza dell’autogoverno delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche e tecniche; col solo risultato di peggiorare le dinamiche aziendali del più consistente apparato professionale dell’intera Azienda, senza curarsi di quanto la storia ci insegna: chi occupa spazi relativi ad altre professioni non può dedicarsi adeguatamente alla sua, col conseguente inevitabile danno per entrambi i ruoli.

Il direttore generale del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, nonostante la presenza nello specifico Ufficio di 4 - oggi solo 2, a causa di pensionamenti sopraggiunti - Coordinatori Infermieristici (Caposala di ruolo in posizione DS) in possesso dei requisiti prescritti - Laurea, Master di 2° livello, etc. -, ha quindi ritenuto di eludere normativa e buon senso, delegando di fatto le loro specifiche funzioni direttamente al direttore sanitario aziendale. E questi le esercita, in parte - ed è il caso dei provvedimenti di mobilità interna - per il tramite del direttore delle Risorse umane, che “provvede” ai trasferimenti dei professionisti sanitari come fossero pacchi postali, senza conoscerne nemmeno il volto (alla stregua di numeri) oltre che le caratteristiche professionali, che dovrebbero sovraintendere - come una sorta di ‘faro’ gestionale – alla loro ottimale collocazione organizzativa.

Queste le ragioni per le quali riteniamo ineludibile ed improrogabile la “rifondazione del Servizio Infermieristico del G.O.M. di RC” ed il reclutamento del relativo dirigente ivi previsto nonché, nelle more, la riassegnazione delle funzioni di gestione del personale Infermieristico e delle professioni sanitarie tecniche ai legittimi depositari del know how necessario - detentori, cioè, di cognizioni specifiche per svolgere in modo ottimale questa attività - capaci di assolvere efficacemente funzioni importanti oggi totalmente dimenticate, quali: programmazione, selezione, inserimento, allocazione, orientamento, sviluppo, aggiornamento e formazione, delle qualifiche professionali di cui sono la massima espressione. In altri termini vorrebbe dire, tentare di:

-          assicurare un'assistenza personalizzata e di qualità a tutti gli utenti garantendo l'impiego ottimale delle risorse disponibili, nel rispetto delle norme etiche e deontologiche;

-          garantire alla persona la risposta ai bisogni di assistenza infermieristica, ostetrica, riabilitativa e sociale in relazione allo stato di salute ed alle condizioni (famiglia, ambiente, cultura, religione) che possono produrre una sua modificazione;

-          garantire le attività tecnico sanitarie;

-          garantire gli interventi di supporto assistenziale e di natura domestico-alberghiera al fine di rispondere alle necessità di accoglienza ed ospitalità della persona;

-          assicurare il raggiungimento dei risultati qualitativi e quantitativi concordati con la Direzione Aziendale attraverso la programmazione, la direzione ed il coordinamento delle risorse umane, tecnico-strumentali ed economiche assegnate nonché alla loro valutazione;

-          gestire le attività assistenziali, formative e di ricerca al fine di raggiungere la migliore qualità dell’assistenza anche attraverso la revisione dei processi organizzativi e la valutazione dei risultati.

Tutti adempimenti, ad oggi, quasi totalmente negati.

Ordine delle Professioni Infermieristiche, riceviamo e pubblichiamo

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