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REGGIO CALABRIA Caos raccolta differenziata,"Risveglio Civile": "Cittadini ai lavori forzati"

raccolta differenziataraccolta differenziata"Come previsto, l'imposizione forzosa di un modello di raccolta dei rifiuti innaturale, improbabile, incompatibile con la struttura urbanistica e architettonica del centro storico di Reggio, sta determinando proteste ed inevitabili disfunzioni. Il fallimento a Gioia Tauro non ha insegnato niente. Tra tanti esempi, vi sono in centro asili nido-scuole materne che ospitano anche cento bambini al giorno. Il che vuol dire dover cambiare un identico numero di pannolini, 600 a settimana.
 
Che devono essere conservati fino a che l'unico giorno previsto consenta di disfarsene: nel frattempo, bambini e personale dovranno convivere con questi rifiuti, nella speranza che una eventuale visita delle autorità sanitarie non determini la chiusura "per motivi igienici". Le stesse strutture, che per la comunità sono una assoluta necessità, preparano un equivalente numero di pasti: i rifiuti organici di 100 preparazioni bisogna tenerseli invece "solo" tre giorni, in media, mentre dovrebbero essere smaltiti ogni 24 ore. E non dimentichiamo bar, ristorazione, alberghi, commercianti, uffici dove trasitano ogni giorno decine di migliaia di utenti che producono rifiuti. La società concessionaria a cui alcuni si sono rivolti ha fatto sapere di essere disponibile a fare una raccolta supplementare "per casi particolari". Tuttavia, se deroghe ci sono, bisognerebbe allora riconoscerle a tutti, magari creando delle graduatorie del pannolino e materiali assimilati, in base alle "comprovate" necessità. Vi sono infatti anche tante famiglie con bambini piccoli che hanno lo stesso problema, fatte le proporzioni. Senza dimenticare anziani in strutture di ricovero o in casa (non necessariamente allettati), persone di tutte le età che hanno simili problematiche. Edifici e strade di questa città -va ripetuto- non sono stati progettatti per questo diverso e non necessariamente migliore modello di convivenza. La dislocazione di mastelli di spazzatura in case, palazzi, condominii, isolati e cortili dà luogo a robusti confronti di idee tra vicini.
 
Ovviamente anziani e fasce deboli, di cui il centro storico è pieno, sono i più penalizzati, tutti sotto minaccia di contravvenzioni degli ispettori ambientali: infatti gli operatori della raccolta hanno la bella abitudine di non svuotare i contenitori che a loro insindacabile giudizio non contengono il giusto tipo di rifiuti. Gli sprovveduti cittadiniselezionatori-minicompattatori non sempre fanno bene questo lavoro per conto terzi. Inutile richiamare le esperienze di città come Firenze, dove esistono i cassonetti elettronici che si aprono con un codice individuale, pesano i rifiuti conferiti, accreditano sulla cartella delle tasse comunali un equivalente sgravio. Con un costo del servizio decisamente inferiore. Già, perché va ribadito che i rifiuti, proprietà dei cittadini, una volta selezionati da loro e poi raccolti, vengono rivenduti a peso d'oro, se si pensa a quanto "costa" procacciarseli. Non solo sono a costo zero per i beneficiari, ma addirittura fanno incassare lauti compensi milionari addirittura su due versanti, essendo ricompensati sia dai Comuni per il "servizio" che dagli ulteriori acquirenti per il "prodotto".
 
Profitti di cui ai cittadini non si dà conto, posto che il disciplinare di contratto firmato dal Comune non fa sapere dove vanno a finire plastica, alluminio, carta, vetro, legno, olii, umido, che necessariamente devono essere rivenduti altrove. Proseguendo su questa strada, il funerale del cassonetto, trionfalmente annunciato assieme a gratuite insolenze verso i cittadini, andrà a seppellire anche altri pezzi importanti di ragionevolezza e di credibilità della pubblica amministrazione."
 
Risveglio Civile, riceviamo e pubblichiamo