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Apre a Bagnara Wabi-Sabi, centro estetico e curativo

Wabi-SabiWabi-SabiSabato 23 marzo ore 17.00 in via San Pietro e Paolo al numero 1, inaugurazione del centro estetico e curativo Wabi-Sabi.
Grande soddisfazione ed emozione da parte di Elena Titova, titolare del Centro,  che a partire da domani è pronta ad accogliere chiunque volesse migliorare il proprio aspetto fisico. "Sono molto stanca e preoccupata - scrive sul proprio profilo facebook - ma molto felice di aver preso la decisione di fare il secondo grande passo verso il mio sogno".
 
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Wabi-sabi (侘寂?) costituisce una visione del mondo giapponese, o estetica, fondata sull'accoglimento della transitorietà delle cose. L'espressione deriva da due caratteri 侘 (wabi) e 寂 (sabi): Tale visione, talvolta descritta come "bellezza imperfetta, impermanente e incompleta" [1] deriva dalla dottrina buddhista dell'anitya (sanscrito, giapp. 無常 mujō; impermanenza). Secondo Koren, il wabi-sabi è la più evidente e particolare caratteristica di ciò che consideriamo come tradizionale bellezza giapponese dove "occupa all'incirca lo stesso posto dei valori estetici come accade per gli ideali di bellezza e perfezione dell'Antica Grecia in Occidente". Andrew Juniper afferma che "se un oggetto o un'espressione può provocare dentro noi stessi una sensazione di serena malinconia e un ardore spirituale, allora si può dire che quell'oggetto è wabi-sabi". Richard R. Powell riassume dicendo "(il wabi-sabi) nutre tutto ciò che è autentico accettando tre semplici verità: nulla dura, nulla è finito, nulla è perfetto".

Le parole wabi e sabi non si traducono facilmente. Wabi si riferiva originariamente alla solitudine della vita nella natura, lontana dalla società; sabi significava "freddo", "povero" o "appassito". Verso il XIV secolo questi significati iniziarono a mutare, assumendo connotazioni più positive.[2] Wabiidentifica oggi la semplicità rustica, la freschezza o il silenzio, e può essere applicata sia a oggetti naturali che artificiali, o anche l'eleganza non ostentata. Può anche riferirsi a stranezze o difetti generatisi nel processo di costruzione, che aggiungono unicità ed eleganza all'oggetto. Sabi è la bellezza o la serenità che accompagna l'avanzare dell'età, quando la vita degli oggetti e la sua impermanenza sono evidenziati dalla patina e dall'usura o da eventuali visibili riparazioni.

Sia wabi che sabi suggeriscono sentimenti di desolazione e solitudine. Nella visione dell'universo secondo il BuddhismoMahayana, questi possono essere visti come caratteristiche positive, che rappresentano la liberazione dal mondo materiale e la trascendenza verso una vita più semplice. La filosofia mahayana stessa, comunque, avverte che la comprensione genuina non può essere raggiunta attraverso le parole o il linguaggio, per questo l'accettazione del wabi-sabi in termini non verbali può costituire l'approccio più giusto. I concetti di wabi e sabi sono originariamente religiosi, ma l'uso che si fa attualmente di queste parole in giapponese è spesso abbastanza causale. In ciò si può notare la natura sincretica dei sistemi di credenze giapponesi.

Una traduzione molto semplice di wabi-sabipotrebbe essere bellezza triste. Altra interpretazione possibile è "bellezza austera e, quasi malinconicamente, chiusa in sé".

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