GOVERNO "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!"

Zingaretti - Di Maio - Foto AnsaIl concetto di crisi sembra essere nato con l'uomo: ogni grande cambiamento storico degno di questo nome è stato generato da una crisi, da una rottura, dalla rovinosa caduta di un imperatore e del suo impero.

Nell'ultimo periodo, però, la parola "crisi" fa ideologicamente rima con "governo": da troppo tempo ormai, la nostra nazione non riesce a trovare la stabilità necessaria a un Paese che ha fatto della lotta e della democrazia i suoi cavalli di battaglia.

In una giostra degli scambi che vede come protagonisti i leader di M5S, Lega e PD, l'italiano medio si trova a dover analizzare una situazione dai contorni molto labili: se fino a qualche tempo fa l'unione delle forze democratiche con il movimento rivoluzionario di Beppe Grillo sembrava essere possibile tanto quanto un patto di alleanza tra Putin e Kim Jong-un, adesso non dovrebbe stupire più di tanto se a varcare la soglia di Palazzo Chigi saranno Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio, amichevolmente a braccetto. 

Lo stesso Zingaretti, nel prendere decisioni obiettivamente non facili, sembrerebbe molto influenzato da un suo predecessore fiorentino, il quale ha ancora il potere di muovere le fila di un partito che ha solo apparentemente eletto un nuovo segretario.

Il vero sconfitto potrebbe apparire il ministro dell'Interno, il quale ha giocato male i suoi assi nella manica, servendo al premier Conte su un piatto d'argento la possibilità di preconfezionare una arringa difensiva per il proprio operato degna della nota Apologia di Socrate, non precludendo la possibilità di un Conte Bis. 

L'ora X per il presidente Mattarella scatta oggi, poiché in queste ore avverranno le ultime consultazioni.

Non resta che aspettare, per scoprire chi avrà il compito di essere il nocchiere della nave in mezzo alla tempesta del vecchio, caro Dante Alighieri.

Pasqualina Ciccone