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CALCIO Italia, luci e ombre: 1-0 all’Israele

  • Categoria: Sport

1 Immobile dopo il gol decisivo1 Immobile dopo il gol decisivoIl colpo della Spagna si fa sentire. L’Italia prova a riscattarsi, ma la sensazione non è positiva. Il modesto Israele andava asfaltato, come le furie rosse facevano in contemporanea contro il Liechtenstein. Gli azzurri, invece, a fatica e con numerose difficoltà escono dal Mapei Stadium con tre punti e poche certezze.

La partita si preannunciava come il momento del riscatto. L’Italia doveva dimostrare tutto il suo valore con una prestazione convincente. Dopo 40 secondi, la sinfonia sembra non deludere le aspettative. Partenza a razzo e Belotti che sbaglia un rigore in movimento. Col passare dei minuti l’Italia crea ma non concretizza. Il copione non cambia. L’Israele risponde appena possibile, dando l’idea che gli azzurri siano predisposti ad imbarcate. Dopo un’agonia lunga ben 52’, il salvatore della patria e della faccia risponde al nome di Ciro Immobile. Su assist di Candreva, l’attaccante biancoceleste cancella la parola disastro e scrive: “pericolo scampato”. Grazie al pareggio tra Macedonia e Albania, consolidiamo il secondo posto. I play off sono sempre più concreti, ma il motore non accelera come dovrebbe.

Problema modulo? Problema attitudine. Pozzo, Bearzot, e Lippi hanno vinto con la giusta mentalità. Senza fare paragoni impietosi, un ct deve allenare come commissario tecnico, non come allenatore di club. Non si può minimamente pensare di conferire e plasmare un’identità tattica complessa ad una nazionale e non è contemplabile creare un gruppo dove non ci si può inserire da fuori. I sopracitati campioni del mondo, ma anche lo stesso Conte venendo al passato recente, hanno impostato la tattica sulla semplicità, giocando con un modulo congruo alle caratteristiche dei giocatori. “Giocare a calcio è semplice, giocare un calcio semplice è la cosa più difficile” diceva Johan Cruijff. Ventura sta insistendo su concetti di buona fattura sul piano teorico, ma impossibili da mettere in pratica con una nazionale. È ovvio, oltretutto, che il resto non aiuti. I giocatori non sembrano essere all’altezza. Mister 100 milioni si dovrebbe mangiare avversari e porta, segnando a ripetizione contro l’Israele. Verratti è sopravvalutato rispetto alle prestazioni offerte in maglia azzurra. La difesa, se pur di ottima caratura, va rispolverata.

Si sa che la nostra nazionale a settembre, con sole due giornate di campionato, non rende come potrebbe. Iniziare prima sarebbe stato l’ideale. Molti club non puntano sugli italiani e questo è un male. Sfociamo nei soliti discorsi. Il movimento calcistico dovrebbe fare di più, ma le possibilità di far bene ci sono, anche, in queste circostanze.

È tempo di mettere da parte la parentesi settembrina. Nella prossima sosta si dovranno riassestare gli equilibri, perché la nostra nazionale è più forte di quanto visto nelle ultime uscite. L’imperativo è uno, tutti devono remare nella stessa barca: ct, squadra e movimento calcistico.

Paolo Messina