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Lo scaffale Viola: le Liriche da Melia di Concettina Putortì

Lo Scaffale Viola e le Liriche da MeliaLo Scaffale Viola e le Liriche da MeliaConcettina Putortì con le sue “Liriche di Melia” è l’unica raccolta di poesie organica dell’amena borgata preaspromontana a cavallo tra Scilla e San Roberto. Con be 115 componimenti, si tratta di un’autoedizione voluta postuma nel 2011 per tramandare parole di una semplicità straordinaria, un monologo sussurrato in cui l’umiltà dei piccoli riflette sulla grandezza del creato.

Lo si capisce in versi perennemente richiamati, come quelli del brano “Melia” «… qui vive la gente serena, che lavora da mane a sera. Quando solitari si ritorna stanchi, solitaria resta la via della bella e quieta Melia» la cui lettura accompagna ancora  le iniziative più importanti della Borgata. Oppure “Omaggio a Scilla”, dove in «laboriose donne, madri preclare […] ai loro canti pieni d’amore si unisce quello dei gabbiani» trova eco un’intima dolcezza. Un inno alla semplicità è “La Valle fiorita”, con richiami ad un vento capace di cullare e sferzare le coscienze, mentre invece “La pallida luna” avverte con delicatezza sugli effetti della maldicenza. Le fasi lunari impiegate come una metafora, vedono una Luna profusa nel portare luce nella notte, canzonata dalle stelle per il suo affaccendarsi operoso, mentre esse rimangono immobili nel cielo, lì cogliendo l’atavico problema del lamentarsi senza agire, riducendo all’esasperazione chiunque. La Putortì con sincerità congiunge una visione pastorale a temi globali, dimostrando tutta la sua sensibilità all’universale con l’ode “Ai gloriosi pionieri dello spazio”, in cui lo storico allunaggio del 20 luglio 1969 trovò anche qui cuori e menti col fiato sospeso.

Concettina Putortì (1916-2004) nacque a Messina ed arrivò a Melia poiché figlia della storica maestra della borgata, giunta dal capoluogo d’oltre Stretto nel marzo del 1907. Nella sua poetica una sintesi delle sfaccettature di Costa Viola: quelle d’oltre Stretto, essendo di origini siciliane; quelle aspromontane poiché crescita a Melia; e le rivierasche offerte dall’aver contemplato Scilla.

Francesco Ventura

 

 

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