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“Domenicali delle Muse”, domenica 19 maggio la presentazione del libro di cosimo sframeli ‘ndrangheta addosso

Nella foto il presidente Livoti e SframeliNella foto il presidente Livoti e SframeliREGGIO CALABRIA - Ancora una prima importante ai “Domenicali delle Muse”, ed ancora un importante momento dedicato alla scrittura. “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere”, questa settimana, dichiara il presidente Giuseppe Livoti, cureranno la prima presentazione nel circuito nazionale del nuovo libro di Cosimo Sframeli “’Ndrangheta addosso” – edito da Falzea.

Un nuovo percorso dunque di Sframeli tenente dei Carabinieri, promosso per titoli e meriti, paracadutista e comandante di plotone della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria. Nel 1980 a Locri ha fatto parte del pool di Magistrati e Carabinieri che investigavano sul fenomeno poco conosciuto della ‘ ndrangheta, divenendone competente conoscitore delle dinamiche criminali, continuando il contrasto alla criminalità mafiosa nel reggino e nel vibonese. Giornalista, è stato decorato tra gli altri riconoscimenti, della medaglia d’oro al merito Mauriziana dal Presidente della Repubblica Italiana, nonché delle medaglie di bronzo, d’argento e d’oro al merito di lungo comando al Ministero della Difesa.

Per “Le Muse” un grande evento, collegato soprattutto alle importanti scritture dell’autore che, ancora una volta, tratta quella Calabria, inerme e vittima, assoggettata antropologicamente da secoli, rimasta ancora oggi, scrive il noto scrittore, animata dalla grande forza della gente onesta, mai rassegnata, che si batte per contrastare e demolire ciò che l’identità mafiosa edifica. La ‘Ndrangheta, come organizzazione mafiosa, viene definita dall’autore “sistema” che in Calabria contiene e muove molti degli interessi economici e di potere. L’Aspromonte e il mare, i paesi e le fiumare e i boschi nei ricordi dei sequestratori e dei tanti sequestrati, le città delle coste, la storia e il mito, la fuga e l’ostinazione di chi resta, il passato che è stato, il presente e il futuro nel grande quadro di una terra che ha conservato una sua suggestione, il fascino della frontiera tra due mondi, tra due dimensioni dell’uomo e della storia. “Occorre esserci nati per amarla, tanto è piena di pietre e di spine”. Così dice Corrado Alvaro della sua terra. Per amare questo mondo non è sufficiente predicare o agire bene ma è necessario mettere in conto anche l’eventualità di perdere la vita”. Ma il libro prende anche a pretesto la definizione del Sud per l’autore Saverio Strati: Quella del Sud è una terra ingrata e graffiata anche dalla malasorte, dove uomini ed animali hanno convissuto e hanno fatto parte dello stesso mondo.

La presentazione avrà due momenti ben distinti: una introduzione di Livoti, una prefazione a cura del dott. Antonio Nicolò – anatomopatologo ed intellettuale eccellente della terra di Calabria e la post fazione dell’avvocato Maurizio Marino, mentre brani scelti saranno letti da Marcella Falcone, Ada Conti e Clara Condello. Tanti argomenti si intrecceranno alle pagine del libro, ritrovando così, il tema del rapporto tra preti e mafia, i numerosi casi di corruzione, la vendetta, il sangue e la vendetta e numerose problematiche vissute e riunite in un unico trattato in cui la Calabria, il sud del sud, inerme e vittima, assoggettata antropologicamente da secoli e chiusa nel suo silenzio, ma animata da gente onesta per combattere l’identità mafiosa.