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Albertina e l’universo

Tito PuntilloTito Puntillodi Tito Puntillo

Leonida Repaci (1898-1985) conobbe Albertina Antonelli verso la fine degli Anni Venti, durante l’organizzazione del Premio Viareggio, che il letterato palmese fondò unitamente a Alberto Colantuoni e Carlo Salsa. 
Da quel momento Albertina, raffinata intellettuale impegnata nel sociale a tutto tondo, fu la compagna di Repaci per tutta una vita, sempre fianco a fianco, l’uno per l’altra vicendevolmente.
Fu un grande amore? 
Certo fu un’assonanza perfetta, un “completamento” di due umanità mai sopite, mai sazie del meraviglioso scoperto di volta in volta.
Albertina morì nel 1984, lasciando Repaci nel più assoluto sconforto. Le dedicò decine di poesie pregne di – se posso dire – malinconica serenità. Una “meditazione dolorosa” particolarmente concentrata in 24 delle sessanta poesie pubblicate postume (LEONIDA REPACI, Poesia aperta, Rusconi ed., Milano 1986).
Repaci morì a un anno dalla scomparsa di Albertina, pienamente convinto del suo amore verso la compagna di una vita.
L’ultima poesia in ordine di tempo, contiene tutte le tracce di questa bella fiaba, che Repaci pare voglia proiettare oltre i confini che regolano questa parte di Universo.
 
CHI COMANDA NELL’UNIVERSO?
Ora il SIGNORE commosso
da quella mano tenera
che Albertina ha poggiato
sulla mia spalla
prende la sua decisione:
Albertina scenderà giù
dalla balza di rame di Carnevali
ritornerà creatura vivente sulla terra.
Interviene la Morte mettendo
il veto all’atto di grazia
del SIGNORE. E il SIGNORE
insiste ma la madonna
nera è irremovibile.
Non resta al SIGNORE
che chinare il capo sul petto
e benedire dall’Empireo
quell’Albertina di rame
che seguita a camminare
verso spazi lontani
al fianco del suo Leonida.
Chi comanda nell’Universo?

(L. Repaci 1984)