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Chiusa la caccia al cinghiale e l'attività venatoria nelle zone ZPS, i cacciatori della Costa Viola: "inizia la devastazione del territorio, intervengano i sindaci"

cinghialicinghialiCon comunicato urgente prot. 307524 del 25 settembre 2020 la Regione Calabria, su sentenza del TAR della Calabria, comunica la chiusura della caccia al cinghiale e l’attività venatoria all’interno delle ZONE ZPS “aree natura 2000” della Calabria. Ricorso accolto dal Tar alla “DIRETTIVA CEE sugli uccelli” da parte degli ambientalisti WWF e LIPU che chiude la caccia al cinghiale e l’attività venatoria nelle aree della Costa Viola garantendo cosi la riproduzione massiccia dei cinghiali e la devastazione delle colture pregiate come al vite, lo zibibbo e i terrazzamenti che andranno definitivamente distrutti.

I cacciatori dell’arcicaccia e gli agricoltori residenti nella Costa Viola protestano e invitano per primi i Sindaci alla difesa del proprio territorio, garantendo la caccia al cinghiale che, senza la quale i danni alle colture come la vite e le aree terrazzate rischiano di essere distrutte favorendo alluvioni e dissesto idrogeologico causato dai cinghiali. La devastazione sta interessando anche luoghi di culto come la Cittadella dell’Immacolata di Bagnara Calabra, dove i danni alle piante e ad attrezzature aumenta sempre di più. Agricoltori, produttori del vino, amanti del territorio e del trekking sono preoccupati, la paura è tanta sapendo che la presenza del cinghiale avviene in qualsiasi ora della giornata e in prossimità delle abitazioni e dei sentieri. I cacciatori e gli agricoltori invitano i Sindaci, i Parlamentari Regionali e Nazionali, la Città Metropolitana, le Associazioni agricole, le associazioni venatorie ad una protesta generale per tutelare il territorio da devastazioni e chiedere la riapertura della caccia al cinghiale a squadre e l’attività venatoria.