"Luna turca", nuovo singolo dei Mattanza
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È stato rilasciato poco meno di un mese fa il singolo Luna turca dei Mattanza, storico gruppo reggino di world music. Il brano, scritto da Mario Lo Cascio e che Mimmo Martino ha fortemente voluto integrare all’interno del repertorio del gruppo, anticipa di un paio di mesi l’uscita del nuovo disco, Magnolia, prodotto da Sveva Edizioni. La sua realizzazione è anche il frutto della collaborazione con diversi musicisti vicini al progetto Mattanza: tra gli altri, Giuseppe Cacciola, primo percussionista della Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, Giacomo Farina, percussionista dei Kunsertu, e Pasquale Faucitano, che ha diretto in questa occasione il quartetto d’archi dell’Orchestra del Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria.
Luna turca è un brano che si allontana dalle più riconoscibili sonorità Mattanza: l’arrangiamento è ricco di colori e sfumature, e sfrutta in modo assai ricercato gli strumenti della tradizione, mettendoli a servizio del testo e dell’atmosfera che questo richiama. Il ritmo ipnotico della marimba, i colpi scuri della pelle del bodhran, la linea persistente di basso evocano i colori magici e bruniti della notte, assieme alla capacità incantatrice della luna. Gli archi, in particolare il violoncello, sono sospiro, canto dell’anima, espressione in musica del legame tra la luna e la vita dell’uomo. Ad accompagnare l’uscita del singolo, anche il relativo videoclip - per la regia di Claudio Martino e Rosario Di Benedetto - a cui fa da cornice il suggestivo Teatro Andromeda di S. Stefano Quisquina (AG).
Il video è disponibile sul canale YouTube Mattanza, all’indirizzo bit.ly/lunaturca, oltreché sulla pagina Facebook facebook.com/mattanza.org e sul sito ufficiale www.mattanza.org.
Bio
Da oltre vent’anni i Mattanza lavorano per tradurre la cultura letteraria del Mediterraneo in musica, rinnovando una tradizione antichissima e dando così la possibilità alle nuove generazioni di avvicinarla e conoscerla. Il loro è un lavoro costante e attento di ricerca e valorizzazione di testi antichi rielaborati con sonorità originali, in una perfetta fusione di tradizione e modernità, nella convinzione che «un popolo senza storia è come un albero senza radici: è destinato a morire». La chitarra battente si intreccia allora al basso elettrico, le note di una lira calabrese riecheggiano sui battiti di una darabuka, un riqq, un duff arabi: il risultato è un perfetto connubio fra world music e tradizione popolare del Sud. Mimmo Martino, fondatore, cantante e leader del gruppo, purtroppo prematuramente scomparso, aveva scelto con cura i musicisti che voleva accanto a sé per sviluppare e diffondere questo importante progetto di recupero delle tradizioni: Roberto Aricò (basso e contrabbasso); Gino Mattiani (fisarmonica, tastiere, fiati popolari); Fabio Moragas (chitarra battente, chitarra classica); Mario Lo Cascio (chitarre, lira calabrese); Claudio Paci (tamburi a cornice e percussioni), Emiliano Laganà (batteria). Con la voce di Mimmo si intrecciava, quasi in un botta e risposta, quella di Rosamaria Scopelliti, oggi voce leader della formazione.