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BAGNARA CALABRA Scuola, l'amarezza di un insegnante "vorrei raccontare la storia di un fallimento"

Scuola - DisScuola - DisPresto servizio presso la Scuola Secondaria “Foscolo” di Bagnara Calabra da quarant’anni e ne ho vissute tutte le trasformazioni. Ero giovanissima quando arrivai a quella un tempo chiamata Scuola Media Foscolo, in località Campo Sportivo. Ebbi la fortuna di lavorare con grandi presidi, voglio chiamarli ancora così perché in quel nome c’è l’anima della persona e del professionista “dirigente”, invece, è un termine che appartiene alle aziende. La Scuola ha subito molte trasformazioni nel tempo anche a livello strutturale. Con la costituzione degli Istituti comprensivi sono stati accorpati tre ordini di scuola: infanzia, primaria e secondaria; questo ha richiesto a livello locale anche uno sforzo strutturale per accogliere l’intera popolazione scolastica. Ma i nostri alunni e noi docenti abbiamo cominciato un lungo viaggio verso una sede scolastica.
Tutto ha avuto inizio con la chiusura del plesso che ci ospitava, presso il Campo Sportivo, a cui, nel 2018, ha fatto seguito la chiusura del plesso Morello che ci aveva accolti. Gradualmente gli unici plessi agibili, in via Fondacaro e Paolotti, sono risultati insufficienti per ospitare la nostra popolazione scolastica. Lo scorso anno abbiamo trovato ospitalità in via XXIV Maggio, mentre quest’anno i piccoli delle classi terze e quarte sono stati accolti, dopo la ristrutturazione, presso l’ex sede della Protezione civile la quale, nonostante i lavori, si è allagata. Ma i guai non arrivano mai da soli, infatti, è stata disposta la chiusura del plesso Paolotti, per lavori di adeguamento.Per accogliere questi alunni nel plesso scolastico di via XXIV Maggio sono stati avviati ulteriori lavori durante i quali, con le lezioni in corso, si è rotto un tubo ed è stato necessario evacuare la scuola.
A Bagnara da anni stiamo lavorando in condizioni precarie, anzi, in strutture da campo. I colleghi sono sfiancati e gli alunni privati della serenità necessaria; ci troviamo a lavorare sopra le macerie e sotto bombardamento. Se non si è educatori non si può comprendere la gravità di quanto accaduto ma quel sabato 30 novembre ci siamo trovati in emergenza con la responsabilità di studenti da evacuare. Abbiamo perso di vista le priorità, abbiamo perso di vista i nostri ragazzi a loro dovremo rispondere perché li stiamo derubando di un diritto, quello allo studio, e così facendo del loro futuro.
 

Professoressa Carmelina Tuttobene