Giovedi', 28 Marzo 2024
 
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"Io faccio la mia parte", l'ultima telefonata con Sergio Tralongo

I funerali di Sergio TralongoI funerali di Sergio Tralongo«Io faccio la mia parte». È con queste parole che andrà ricordato il compianto Sergio Tralongo, direttore del Parco Nazionale d’Aspromonte stroncato  da un malore improvviso. Il giorno stesso del sua scomparsa avrebbe dovuto svolgere una relazione alla Camera di Commercio di Reggio Calabria all’interno del Forum sulla “Carta del turismo sostenibile”. Lunedì in una telefonata, il giorno prima dell’inizio del dramma, si era accennato tra alcuni convenevoli all’invito al Forum, entrando nel merito del suo intervento, che qui in sintesi a memoria si riporta.

«La sostenibilità è importante, ma bisogna ben differenziare lo sviluppo dalla crescita. Sono per la crescita, perché il mero sviluppo è un fattore unicamente economico, la crescita invece è soprattutto altro, è cultura, immaterialità, è benessere per chi vive in Aspromonte. I Parchi nascono per salvaguardare ciò che si è mantenuto in buone condizioni nel tempo, e sono gli abitanti con la loro quotidianità ed il loro volere bene al territorio ad avere mantenuto la Montagna nelle buone condizioni in cui la viviamo. Il turismo deve essere uno strumento di benessere per chi abita l’Aspromonte, la tutela dell’ambiente deve dare qualcosa di positivo e duraturo per la popolazione ed il dialogo deve essere costante».

Una telefonata breve, molto cordiale, a margine di prospettive di nuove iniziative che assieme non saranno più vissute, ignara di essere l’ultima. Sergio Tralongo fu un ritornato, è stato un Calabrese di quelli che hanno avuto un sogno ed hanno lavorato per concretizzarlo. È stato un Meridionale anche lui costretto ad emigrare altrove per studio e lavoro, per poi ritornare forte delle sue esperienze e pronto nel condividerle. Questo lo ha dimostrato la messa tenutasi in un Duomo gremito ed affranto. Colleghi e guide del Parco, sindaci d’Aspromonte e tanta, tantissima gente semplice che si è sentita in obbligo nel rendere un ultimo omaggio a quell’uomo buono, umile e generoso che non c’è più.

Francesco Ventura