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La libera stampa

Libera stampaLibera stampadi Peppino Maisano
A circa metà della settimana scorsa, dopo aver ricevuto al Quirinale il presidente designato Conte che lo aveva informato sulla crisi politica sciogliendo la riserva sull’incarico per la formazione del nuovo governo, il Presidente Mattarella si “affacciò” dallo studio alla Vetrata per rivolgere il saluto e un affettuoso ringraziamento ai giornalisti presenti in sala e per esprimere nell’occasione il suo chiaro pensiero sulla “libera stampa”.
 
La comunicazione a mezzo stampa, ovvero la carta stampata a più larga diffusione, rientrante oggi nel più ampio e articolato mondo dei mass-media, rappresenta in tutti i paesi dei vari continenti la cosiddetta “logica del tornasole” con cui si misura ormai ovunque il livello di libertà e democrazia di un popolo civile.
 
Non si tratta, quando si parla di libera stampa, solo di problema politico, sebbene di alto profilo a qualunque livello lo si voglia considerare e valutare, ma riguarda, per intenderci meglio e in radice, più essenzialmente il substrato e il nocciolo culturale che un popolo sa esprimere nel suo reale ed effettivo essere, in relazione al quale risalta e si stima l’essenza stessa della sua indole e la capacità intrinseca delle sue strutture istituzionali, nonché le capacità di risposta e di tenuta alle imprevedibili e inevitabili “scosse” che la realtà gli riserva.
 
La stampa circola dappertutto con velocità sorprendente, dilagante e trascinante: quanto più alto è il livello culturale che la ispira e la anima, tanto più grande e pervasivo è il suo potere di impatto nel tessuto sociale in cui si espande e dilaga.
 
Sotto il profilo della “percepibilità”, salvo il dislivello culturale di chi legge, non esiste differenza tra la grande stampa, cioè grandi testate giornalistiche a tiratura nazionale, e stampa locale. Anche la locale può colpire e ferire con la stessa intensità di quella nazionale o regionale (gli effetti spesso sono uguali), a parte l’importanza o il grido delle firme vantate e la capacità di presa (numero di copie vendute) nel territorio in cui viene distribuita.
 
Anche la stampa locale ha la sua grande forza di attrazione e di presa: al pari della grande stampa può arrivare in molti paesi ed entrare in quasi tutte le case; e può esercitare stimoli per creare eventi dal nulla o dare anima e vita al nulla, in ragione del sentimento che la suggerisce e che si propone di creare nel lettore.
 
Può anche, la stampa locale, sulla scia di quella a più larga diffusione, alterare il giudizio del lettore su fatti e su persone ad essi collegati, può oscurare realtà importanti ed illuminare altre molto insignificanti; e può altresì vulnerare e perfino distruggere, per impercepibili o reconditi motivi, l’immagine di scomode o ingombranti figure e promuovere la crescita di altre più mediocri e accomodanti.
 
Non sarebbe invenzione e nemmeno bugia asserire che molti amministratori locali, specie gli operanti nelle piccole realtà dove i riflettori del “grande osservatore” non si accendono mai, in cui la gestione della comunicazione resta affidata all’unica penna in campo, come primo passo all’atto dell’insediamento nell’incarico è quello di assicurarsi saldamente la simpatia di chi indirizza e guida la comunicazione dei fatti locali.
 
Lungi da piaggerie di sorta e dal voler menare velleitario vanto, anche noi, esseri piccoli quali siamo e soprattutto ci sentiamo, abbiamo avvertito il dovere qui a Bagnara, la sera del 20 agosto scorso, sul finire quasi di una cerimonia alla biblioteca comunale per la presentazione di un libro di poesie tristi e dolenti dedicate in gran parte a Bagnara e al suo territorio scritte da un giovane del luogo, di sottolineare i meriti della attuale comunicazione locale incondizionatamente aperta a ogni sollecito e a ogni voce, ponendola a confronto con l’altra di alcuni periodi trascorsi chiusa e impermeabile a qualunque stimolo o sollecito.
 
Quella sera, tirati al microfono a forza da alcuni imprevisti quanto inaspettati incauti assist, arrivati improvvisi e straripanti dai microfoni ormai concessi al pubblico, abbiamo tenuto a sottolineare il grande divario tra l’informazione attuale e di ieri, o ieri l’altro, ponendo l’accento sul forte contributo che Costaviolanews ha dato e continua a dare in tal senso alla nostra realtà locale col favorire e allargare sempre più la platea dei partecipanti alla formazione della “notizia”; nonché abbiamo tentato di far capire anche che la colpa del cammino all’indietro in ogni campo fatto da Bagnara negli ultimi decenni forse non è solo responsabilità degli amministratori che non potevano dare più di quanto sapevano e potevano, ma anche di chi o quanti, non si sa fino a quanto a loro insaputa, hanno versato carburante nei loro serbatoi vuoti per farli andare avanti sul loro cammino.
 
Pellegrina li 10 Settembre 2019.
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